“Questa trattativa sui destini del Paese la cui conclusione viene ogni giorno rinviata all’indomani assume i contorni della commedia all’italiana”. E’ la sintesi di Sebastiano Messina dell’ennesima giornata di confronto giallo-verde conclusasi senza un nome per Palazzo Chigi. Una situazione di stallo che potrebbe addirittura riportare in pista – ci spiegano Carmelo Lopapa e Tommaso Ciriaco – gli stessi protagonisti, Salvini e Di Maio (con maggiori chances per il primo sul secondo). La telefonata a Mattarella – “l’accordo c’è” – non ferma infatti il casting per il premier. Due candidati in pole position, uno per parte. E Tremonti che spunta in una giostra di nomi che va da Giulia Bongiorno a Gianluca Vago, rettore della Statale.
Tutto mentre al tavolo del “contratto” – racconta Annalisa Cuzzocrea – si litiga su opere, sicurezza e migranti. E in casa Pd? La proposta di Maurizio Martina di “un anno di lavoro costituente” utile a rilanciare il partito fa discutere. Il renzianissimo Rosato dice no: “Al Pd serve subito il congresso, Martina corra alle primarie”.