Di resistenza parla anche l’arcivescovo Angelo Bagnasco. Ha ancora negli occhi il dolore dei familiari delle vittime del ponte Morandi, di cui ha celebrato i funerali. Eppure è ottimista sul futuro della sua città. “Sono genovese e conosco i genovesi. Li ho visti resistere in altre circostanze, come le alluvioni” dice ad Alessandro Cassinis. “Il rischio – prosegue – è che Genova perda una quota di fiducia nei rapporti a tutti i livelli. Questo non deve accadere”. E afferma perentorio: “Genova si aiuta con la soluzione dei problemi”.
Intanto la procura di Genova ha stilato un primo elenco di almeno una dozzina di indagati – fra dirigenti di Autostrade e del ministero delle Infrastrutture – per il collasso dell’infrastruttura. “Un elenco – scrive Marco Preve – che fa emergere ufficialmente la lapalissiana situazione di imbarazzo in cui si trascina da giorni il rapporto fra la magistratura e la commissione ispettiva del Mit”. I pm si stanno apprestando a chiedere un incidente probatorio, la prova senza replica della scarsa resistenza dei maledetti stralli che hanno tradito il viadotto caduto.