Alberi e habitat urbano così l’Università verde si “immagina” il futuro dell’umanità.

LAURA MONTANARI
Più alberi e strategie ecologiche per vivere meglio le città. Uniser, l’università green di Pistoia, chiama domani a raccolta esperti internazionali sul tema “Urban habitat & imagination”. Cambiare le città, modificarne gli assetti è come toccare un corpo delicato, bisogna valutarne le conseguenze da un punto di vista della salute e della sicurezza. Uniser, l’ateneo il cui presidente è Alessandro Pagnini, ha avviato a Pistoia un centro di ricerca proprio su questi temi. “Gli habitat urbani — spiega Pagnini — si mostrano fragili per via della perdita della loro biodiversità, per il cambiamento del clima, degli ecosistemi e dei paesaggi, e anche per endemiche carenze nella nostra conoscenza e sensibilizzazione a certi problemi”. Difendere l’ambiente oggi significa trasformarlo tenendo conto degli aspetti più diversi che concorrono a sostenerne lo sviluppo. La ricerca della sostenibilità ha bisogno del superamento delle barriere disciplinari. “Stiamo insediando qui a Pistoia, spiega ancora Pagnini, laboratori e unità di ricerca che si occupano di territorio, design, scienze della salute, scienze della vita, rischio, etica e che creino quella rete di collaborazioni necessaria a ‘immaginare’ con verosimiglianza il futuro dell’umanita’ e della terra. Faremo anche alta formazione che consenta di mettere a disposizione le conoscenze e le risorse della nostra universita’ a studenti che vengono qui dall’estero, dalla Cina e dagli Stati Uniti, per imparare, ma anche per insegnarci a pensare il mondo globale”. L’università a Pistoia è stata per quindici anni sede distaccata di Firenze, ora lavora per essere un Centro di eccellenza, di ricerca e di didattica sui temi del paesaggio, del rischio e della salute. “Il progetto oggi è molto diverso da quello di partenza — spiega Pagnini — e paradossalmente, proprio nel momento in cui Uniser cessa di essere società consortile e rinuncia al sostegno pubblico, si avvicina al mondo dell’impresa, risponde alle domande di fondo del territorio, valorizza energie locali, materiali e intellettuali, puntando sulla ricerca come bene in se’, e non solo come riferimento di committenze’”. Il benefattore di Uniser è la Fondazione CARIPT, che crede nel progetto e investe per migliorie nei suoi locali e nell’area che diventerà una vera e propria “cittadella della cultura” (Uniser ha una sede adiacente alla Biblioteca San Giorgio).
L’università verde a Pistoia intende anche valorizzare un parco di piante officinali, 750 specie, che dovrebbe essere parco didattico e di ricerca e area verde per la città. Le piante sono arrivate tramite il professor Alain Touwade, direttore scientifico dell’Institute for the preservation of medical traditions di Washington che collabora con Uniser e appartenevano a un collezionista di Bristol. “Il problema è che queste piante sono in un’area che non è dell’università e che non consente al momento l’attuazione del parco, garantendone a mala pena la sopravvivenza”. Insomma bisogna fare presto per mettere al sicuro quel patrimonio. La conferenza ”Urban Habitat & Imagination” che si tiene domani è un contributo alla crescita del polo green che danno sei relatori internazionali provenienti dagli ambiti disciplinari piu’ diversi ma impegnati nella ricerca di una dimensione “transdisciplinare” dei problemi affrontati. La conferenza si aprirà con l’intervento di Majora Carter, attivista ambientale e avvocato di fama mondiale che indagherà il tema della ”conservazione del talento” come chiave per una crescita e un cambiamento positivi attraverso una semplice domanda: come gettare le basi di una infrastruttura di vita quotidiana che permetta ai giovani di realizzare i propri obiettivi senza abbandonare i luoghi e le persone che hanno investito nel loro futuro. E’ un tema che non riguarda soltanto Pistoia, ma tutta Italia. Seguirà l’architetto paesaggista Paolo Bürgi che racconterà di un progetto sperimentale di agricoltura “estetica e temporanea” che va ad inserirsi nel paesaggio post industriale del Landschaftspark Mechtenberg nella regione tedesca della Ruhr. Quindi Cecil C. Konijnendijk, esperto di selvicoltura urbana, dimostrerà l’importanza del contributo di boschi, alberi e natura per le nostre città ponendo l’accento sulla nascita e lo sviluppo delle “Forest Cities”, città vibranti, sane e resilienti, risultato di una costante simbiosi tra l’ambiente urbano e quello silvestre. Nel pomeriggio gli interventi di Robert Costanza, cofondatore ed ex presidente della International Society for Ecological Economics (ISEE), che introdurrà i concetti base su cui si fonda l’Economia ecologica per un futuro sostenibile in cui la progettazione a scala urbana e regionale si incentri ed abbia come obiettivo specifico qualità della vita e benessere, minimizzando lo spreco piuttosto che perseguendo una crescita materiale illimitata. Paul Embrechts, uno dei fondatori dell’Extreme Value Theory (la teoria che studia la distribuzioni di probabilità del rischio che caratterizza eventi rari, fornendo dunque una base per la progettazione di strumenti di prevenzione specifica) presenterà un’analisi sull’interazione tra cambiamenti demografici e ambientali come fattore di pressione crescente per lo sviluppo urbano. La conferenza si concluderà con l’intervento di Harry Francis Mallgrave, dell’Illinois Institut for Technology, dal titolo “La Cultura della Città: Un Modello Esperienzale”, in cui si parlerà di architettura e neuroscienze, prospettando un futuro per la ricerca che riguarda l’”empatia degli spazi”, il modo in cui i nostri corpi, prima ancora delle nostre menti, “sentono” le atmosfere e gli ambienti orientando il nostro gradimento e il nostro adattamento, vedendo le esperienze emotive, percettive, estetiche e sociali come modo profondo e tutto da decifrare di vivere la città.
Il convegno è stato voluto come omaggio a Pistoia capitale della cultura e come vernice per il nuovo corso intrapreso dall’Universita’.
Fonte: La Repubblica, www.repubblica.it/