Al Madre nuove opere da Bader ad Althoff.

 

LE GIORNATE DEL CONTEMPORANEO
A PAGINA XVII Al Madre nuove opere da Bader ad Althoff COME nella migliore tradizione dei musei d’arte contemporanea internazionali, il Madre ci sta abituando a inaugurazioni multiple che fanno dedicare all’arte un’intera giornata e la voglia di tornarci. Alle 16 di domani, in occasione della tredicesima edizione della Giornata del contemporaneo, il direttore del Madre Andrea Viliani farà scoprire ai visitatori la nuova tappa del progetto “Per_formare una collezione: The Show Must Go ON” e “Per_formare una collezione: per un archivio dell’arte in Campania”. Una giornata a ingresso gratuito per il museo di via Settembrini, che è uno dei 24 membri di Amaci, l’Associazione dei musei d’arte contemporanea italiani.
Alle 16 la prima presentazione, alle 17 la seconda sempre con visita guidata e alle 18, poi, i curatori della mostra anacaprese “1917-2017 Depero Mendini”, Arianna Rosica e Gianluca Riccio, illustreranno le due opere del designer e artista milanese Alessandro Mendini entrate in collezione in un allestimento site-specific, grazie al loro intervento.
“The Show Must Go On” presenta le opere di oltre 50 artisti su cui il Madre ha lavorato dal 2013: al nucleo di proprietà della Fondazione Donnaregina si aggiungono di volta in volta i prestiti e i comodati d’uso dei collezionisti e le donazioni di appassionati d’arte e artisti. Continua la tradizione di esporre opere di collezionisti a rotazione, un racconto in forma di mostra, dove il Madre fornisce istruzioni per l’uso e manifesta la propria visione culturale. Mostre non permanenti ma persistenti. Darren Bader espone “(@mined_oud)”, un titolo volutamente criptico dell’artista che usa giocare con oggetti di recupero sovvertendone la lettura. Il titolo è formato da un gioco di parole che potrebbe derivare dalla lettura in senso contrario dell’indirizzo mail di Bader, artista del filone della postproduzione teorizzata da Bourriaud negli anni Novanta. La collezione “performata”, ossia mostrata, include tra le altre, l’opera di Maurizio Cattelan “La rivoluzione siamo noi”, che fu esposta nella mostra dedicatagli dal Guggenheim “All”, dove i lavori dell’artista padovano furono sospesi al centro della spirale di Wright. E appeso a un filo è anche l’autoritratto-scultura di Cattelan, che fa il verso a quella invece politicizzata di Beuys con il medesimo titolo.
Il belga Jeff Geys ha donato “Cari amici, abitanti di Napoli”, un dittico composto dalla foto iconica della Napoli vista dal celebre pino e al di sotto da un testo-lettera alla città. Entra nella raccolta anche Fermariello, con uno dei suoi guerrieri-scrittura; l'”Untitled (Black Angel)” di Kai Althoff, dalla collezione Morra Greco, che è stata esposta fino a gennaio al Moma in un’importante retrospettiva. Di Gregorio Botta si vedrà un’installazione composta da una proiezione su vetro che innesca un corto circuito visivo mentre di Katharina Sieverding una serie di suoi autoritratti in evoluzione.
La Repubblica
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