A prescindere!

di Pierluigi Piccini

La volontà di istituire i consigli d’area, che ha impegnato la commissione decentramento per mesi, non ha mai avuto il gradimento delle minoranze consiliari e, a dire il vero, neppure di una parte della maggioranza. Ma poi, affidandosi con devozione al volere di Lui (De Mossi), quest’ultima l’ha votata compatta nell’ultimo consiglio comunale, senza svelare quali fossero le perplessità annunciate nel dibattito. Nel corso della seduta Vanni Griccioli, membro della commissione decentramento, è intervenuto per primo presentando una serie di emendamenti utili  a migliorare il testo di un regolamento in approvazione scritto male, ripetitivo, sgrammaticato, frutto probabilmente di un copia incolla e, quindi, fortemente contraddittorio. Uno dei punti in discussione era e rimane il ruolo dei consiglieri delegati. Griccioli fa il suo intervento, senza che nessuno avesse illustrato la delibera e nell’assenza in aula dell’avvocato De Mossi, che a un certo punto compare e chiude la discussione. Nel prendere la parola, rivolgendosi a me inizia a provocarmi e aggredirmi gratuitamente, senza che io fossi intervenuto e senza rispondere a Griccioli che aveva sollevato il problema. L’avvocato, provocatoriamente e con dileggio, sosteneva che, nonostante la mia vasta formazione, non ero a conoscenza della sentenza del Tar Toscana relativa all’argomento in oggetto. A tutto ciò ho ovviamente reagito. Il presidente del consiglio comunale ha sospeso la seduta, per calmare gli animi. Durante la pausa l’avvocato De Mossi ha continuato a tenere un atteggiamento di sfida nei miei confronti, che spero sia stato documentata dalle telecamere fisse presenti nell’aula consiliare. Alla ripresa dei lavori, arrivati all’emendamento specifico sul tema delle deleghe ai consiglieri, io prendo la parola e ricordo al laureato in giurisprudenza, avvocato De Mossi, che era giusto citare il Tar Toscana (2004) che prevede la possibilità di inserire la figura del consigliere delegato negli statuti comunali come ha fatto regolarmente, a suo tempo, il Comune di Siena. L’atto era stato citato dallo stesso Griccioli nel suo intervento introduttivo mentre, ricordiamo, De Mossi non c’era. Ma faccio, altresì presente questa sentenza successiva: “Il Consiglio di Stato, con parere n. 4882/11 (4992/2012) in data 17 ottobre 2012, ha ritenuto fondato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica in quanto l’atto sindacale impugnato, nel prevedere la delega ai consiglieri comunali di funzioni di amministrazione attiva, determinava una situazione, per lo meno potenziale, di conflitto di interesse”. Questo è proprio il caso del regolamento dei consigli di area senese che, per l’appunto, non prevede in maniera specifica la funzione e il ruolo del consigliere delegato, con un rischio più che probabile di conflitto di interessi. Anche il passaggio sul Consiglio di Stato era stato letto precedentemente dallo stesso Griccioli, sempre nell’assenza in aula dell’avvocato De Mossi, atto di cui, nonostante la laurea in giurisprudenza e la sua attività di sindaco, per quanto pro tempore, non era a conoscenza. La provocazione del primo cittadino è stata pensata a freddo e messa in scena in Consiglio, facendogli fare una pessima figura. Certo è che la natura umana, in alcuni casi, assume dei risvolti  non sempre facili da decifrare; quando ciò si verifica, è un vero peccato che si combini con la necessità di dover rappresentare le istituzioni.