Piranesi, l’architettura e il Grand tour: opportunità senese per unire cultura e turismo

di Pierluigi Piccini

Leggendo l’ultimo numero di Robinson (inserto culturale della Repubblica) ho appreso che Bassano del Grappa si appresta ad inaugurare una mostra su Giovan Battista Piranesi, in occasione del terzo centenario della nascita. Lo farà con una esposizione curata da Chiara Casarin e Pierluigi Panza dal titolo: “Giovan Battista Piranesi. Architetto senza tempo”. La notizia mi ha ricordato che anche nella biblioteca Briganti ci sono opere di grandissimo valore di questo personaggio, come i volumi di Piranesi con tanto di dedica a Lord Leeds (duca, ambasciatore e mecenate delle arti, Lord Osborne V Duca di Leeds). Le Vedute, rare edizioni per una committenza così prestigiosa, furono subito considerate importanti, studiate e ammirate. I volumi, ora a Siena, contengono scorci della città e antichità romane: incisioni perfette che, dalla metà del Settecento, influenzarono tutti gli architetti d’Europa, da Londra a San Pietroburgo, da Lisbona sino al nuovo stato del Massachussetts.

È proprio a Piranesi che si deve la forza catalizzatrice di Roma e di ciò che ha rappresentato come centro delle arti per tutti i viaggiatori del Grand Tour: Goethe, Keats, Lord Byron,  Coleridge, Thomas de Quincy sino a Stendhal …

“La Roma di Byron è piranesiana, piranesiane anche quella di Chateaubriand, e quella più dimenticata, di Madame de Stael e lo stesso dicasi della ‘città delle tombe’ di Stendhal” ( Marguerite Yourcenar).

A fronte di tutto ciò, ed essendo Siena proprietaria di un patrimonio che conserva la memoria e le opere di un uomo capace di determinare le sorti dell’architettura dal secondo Settecento in poi, perché non pensare ad una iniziativa che coinvolga anche alcuni personaggi del Grand Tour che hanno transitato dalla nostra città e ne hanno lasciato traccia? Visto che tanto si parla del rapporto fra cultura e turismo, senza mai trovare un atto concreto in tal senso, questa è un’occasione importante. Avremmo finalmente l’opportunità di costruire una raffinata esposizione prodotta localmente, con l’apporto delle competenze di cui l’Università senese dispone. Una riflessione, sul tema, è auspicabile.