Whirlpool, partono i licenziamenti. La Fiom: azienda tracotante

 

Spedite le lettere. Il gruppo: incentivo di 85 mila euro o trasferimento a Varese

Rita Querzè

 

Sono partite le lettere di licenziamento per i 320 dipendenti Whirlpool dello stabilimento di Napoli. La multinazionale americana manterrà fino al 30 novembre una doppia offerta: o un incentivo di 85 mila euro cumulabile con la Naspi o, in alternativa, la possibilità di mantenere il posto di lavoro trasferendosi a 830 chilometri di distanza, a Cassinetta di Biandronno, in provincia di Varese.

Sfuma la possibilità della «continuità lavorativa» su cui il sindacato aveva contato fino all’ultimo. La possibilità cioè che i lavoratori potessero passare, senza interruzione del rapporto di lavoro, al consorzio della mobilità sostenibile che — nelle intenzioni del governo — dovrebbe sorgere nel sito ex Whirlpool.

Stamattina i dipendenti dello stabilimento si riuniranno in assemblea. La Fiom, primo sindacato nello stabilimento, parla di «tracotanza senza limiti» ed ennesimo atto di arroganza della multinazionale. «Whirlpool, oltre a fare carta straccia degli accordi siglati con il governo, non rispetta neanche la magistratura italiana», attaccano Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil e Rosario Rappa, segretario generale a Napoli.

Il riferimento è doppio: da una parte all’impegno che la multinazionale aveva preso nel vecchio piano industriale rispetto al mantenimento dell’occupazione a Napoli e, dall’altra, al fatto che ancora si attende il pronunciamento del tribunale di Napoli sul ricorso per comportamento antisindacale della multinazionale. Se fosse accolto, Whirlpool dovrebbe rimangiarsi i licenziamenti e ripartire da zero con la procedura. «Confidiamo nel giudizio del tribunale che possa riconoscere le nostre ragioni e dare respiro ai lavoratori di Napoli», dicono non a caso Crescenzo Auriemma e Antonio Accurso, della Uilm Campania.

Dal canto suo la Fim Cisl richiama il governo alle proprie responsabilità, in particolare per quanto riguarda l’impegno di «continuità lavorativa» messo nero su bianco con l’incontro di metà ottobre. «Il governo sta abbandonando i lavoratori, a fronte degli impegni messi a verbale, ci si aspettava una azione conseguente e la creazione di un “contenitore occupazionale” che vincolasse i lavoratori al progetto dell’hub per la mobilità sostenibile», dice il segretario della Fim Cisl Massimiliano Nobis.

Facile ora prevedere una escalation della tensione dopo l’invio delle lettere di licenziamento. Allungando lo sguardo oltre la rabbia e le proteste, la chance più concreta per i lavoratori ex Whirlpool resta legata al decollo del polo della mobilità sostenibile all’interno del sito dove fino a ieri si producevano lavatrici. La costituzione del consorzio e la presentazione del piano industriale non avverranno però prima di metà dicembre. Per quanto riguarda le prime assunzioni, si parla della primavera-estate del 2022.

 

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