Vicofaro, la messa «blindata» del prete dei migranti.

PISTOIA Saranno una quindicina i rappresentanti di Forza Nuova che questa mattina parteciperanno all’azione di «sorveglianza della corretta dottrina» durante la messa della parrocchia di Vicofaro, alle porte di Pistoia. «Abbiamo deciso che interverrà una delegazione del nostro movimento: entreremo senza simboli e vigileremo perché abbiamo dei sospetti sulla liturgia e sulla politicizzazione don Massimo Biancalani» spiega Claudio Cardillo, dirigente pistoiese della formazione di estrema destra. Che fa seguire i fatti agli avvertimenti che nei giorni scorsi hanno creato grande tensione a Pistoia: i militanti di Forza Nuova si erano schierati contro l’operato del parroco dopo la pubblicazione, sul suo profilo Facebook, delle foto di una gita in piscina con i migranti ospiti della struttura parrocchiale.

Ma ci saranno anche le forze dell’ordine che hanno predisposto un servizio di vigilanza perché tutto si possa svolgere in modo «tranquillo e pacifico». Con il prete, concelebrerà il rito il vicario generale della diocesi, don Patrizio Fabbri, inviato dal vescovo Fausto Tardelli alla funzione per sostenere e tutelare il parroco. Non parteciperanno invece i migranti, che sostengono don Biancalani ma sono musulmani. Né il neosindaco Alessandro Tomasi per «evitare di alimentare qualsiasi clima di tensione oltre che tenere lontana la politica dalla Chiesa».

Lontano ci starà anche il governatore della Toscana, Enrico Rossi, che tuttavia ha dimostrato la solidarietà a don Biancalani tramite Facebook: «Spero davvero — ha scritto — che domani chi andrà nella chiesa di Vicofaro vada per pregare e ascoltare la messa».

Fuori dalla struttura, prima del rito, si riunirà invece un «sit-in pacifico e silenzioso contro l’odio», senza simboli, a cui la cittadinanza è stata chiamata a partecipare dal segretario provinciale del Pd, Riccardo Trallori. «Affrontiamo la giornata con la massima serenità e fiducia. L’unica bandiera presente in chiesa sarà quella della pace, le altre non saranno ammesse», spiega don Massimo Biancalani.

Giorgio Bernardini