Verdini pensa a una lista per la coalizione con Renzi«La nostra casa è quella».

Il gruppo di Ala: forse in corsa alle elezioni. Un seggio in Toscana?

Marzio Fatucchi

 

Verdini sostiene Renzi. Non sarebbe una notizia, lo ha fatto per metà della legislatura e — una delle accuse rivolte al segretario del Pd — il rapporto va avanti da quando era candidato sindaco a Firenze. Questa volta però sarebbe tutto alla luce del sole, o meglio dell’urna. Ala, il gruppo parlamentare nato dalla fuoriuscita di Denis Verdini e C. da Forza Italia, sta cercando di presentare liste sulla quota proporzionale in coalizione con il Pd. In cambio, chiede — al pari delle altre sigle che faranno parte del centrosinistra — alcuni seggi «sicuri». Perché quasi nessuna lista coalizzata col Pd supererà la soglia di sbarramento del 3%, ma quei voti non andranno persi: verranno «travasati» al Pd, aumentando la quota di parlamentari eletti con il partito di Renzi. Un «do ut des» che per Verdini potrebbe portare anche un seggio in Toscana, come correva voce ieri a Prato, con una candidatura di Riccardo Mazzoni, l’ex direttore de Il Giornale della Toscana ? «Candidato a mia insaputa», risponde ironico Mazzoni. Ma più di un esponente di Ala e del Pd confermano i contatti. Quello che è certo è che Ala, avendo un gruppo parlamentare, non deve raccogliere le firme per presentare proprie liste. E che al Senato ha cambiato nome, diventando il gruppo Ala-Pri. Sì, proprio quel Pri: il glorioso Partito Repubblicano Italiano. Il presidente del gruppo, l’ex sindaco (socialista) di Aulla Lucio Barani, spiega così all’Adnkronos i movimenti in corso: «È come una lastra: è lì, e ora il primario, il luminare, la esaminerà per fare la sua diagnosi», dice usando una metafora presa dalla sua professione di medico chirurgo. Il primario ovviamente è Denis Verdini. Ma chi lo assiste, l’equipe medica, non vede altra possibilità che schierarsi con il centrosinistra: «È quella la nostra casa. È la mia casa riformista, mentre nel centrodestra si dilaniano e rilanciano promesse irrealizzabili…», dice Barani, divenuto famoso per aver eretto ad Aulla una statua in memoria di Bettino Craxi e un monumento in ricordo delle «vittime di Tangentopoli».

In Campania, Puglia (e in Toscana, dove Verdini crede di poter muovere ancora consensi), Ala ha deputati e senatori noti per essere «signori delle preferenze», in collegi dove spostare anche solo alcune migliaia di voti può far pendere il risultato verso un partito o un altro. Certo, è complicato per il Pd cedere seggi sicuri nei collegi uninominali, anche perché di sicuri ce ne sono sempre meno e sono soltanto nelle regioni «ex» rosse, dove il Pd però è anche insidiato alla sua sinistra da Liberi e Uguali, che sono lontani dal vincere un collegio ma con percentuali più che sufficienti a renderlo contendibile per gli altri avversari del Pd. Soprattutto se invece di candidati che guardano a sinistra, per i Democratici arriveranno esponenti ex di Forza Italia, come Verdini. La situazione si scioglierà la prossima settimana, con una direzione di Ala a Roma.

 

Sabato 13 Gennaio 2018, Corriere Fiorentino.

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