Unicredit-Mps, matrimonio senza gioia tra due banche senza futuro

Quindi le due banche giungono a questo matrimonio senza grande entusiasmo. Se questa è la situazione, fanno un po’ sorridere le levate di scudi della politica che vuole difendere il territorio, il patrimonio storico di MPS, evitare di fare un regalo a Unicredit. Il destino è abbastanza chiaro:

  • lo Stato dovrà garantire la neutralità patrimoniale a Unicredit il che significa fornirgli una dote di qualche miliardo (almeno due).

  • Unicredit prenderà soltanto le attività di MPS più interessanti.

  • L’ipotesi che lo Stato entri nel capitale di Unicredit con una quota del 5% e così facendo difenda il territorio è irrealistica.

  • L’integrità del MPS non è perseguibile in quanto la banca non può camminare sulle sue gambe e nessuno se l’è voluta comprare.

  • Le ricadute sul territorio di Siena saranno pesantissime. Può sembrare strana l’analogia ma, pur trattandosi di una banca e non di un impianto industriale, Siena è un po’ come Taranto.

E’ assai probabile che il punto di caduta sarà la creazione di una banca regionale e/o di un potenziamento del Mediocredito centrale. Draghi da persona pragmatica quale è potrebbe avallare questa soluzione per raggiungere l’obiettivo di risolvere la vera grana che è rappresentata da MPS. Si tratterebbe in qualche misura del male minore ben sapendo che una banca regionale o una banca del sud a controllo statale avrebbe vita breve. Insomma un risultato che i nostri politici sventolerebbero come una vittoria ma che in realtà sarà una palla avvelenata.