Una questione di dignità

di Pierluigi Piccini

La cancelliera tedesca Angela Merkel, qualche anno fa, accolse a malincuore le dimissioni del ministro dell’Istruzione e della Ricerca scientifica, Annette Schavan, accusata di aver copiato la tesi di dottorato. Così funziona nel resto del mondo: chi si occupa del bene comune, deve essere al di sopra di ogni sospetto. Un criterio che in Italia è assai blando. Piuttosto che alle rigide regole del vivere civile, si guarda con malcelata ammirazione chi, con la scaltrezza, riesce a raggiungere un obiettivo per le vie brevi, chi riesce a eludere i creditori o le tasse, chi riesce a fare i soldi in qualsiasi modo. I freni inibitori si sono progressivamente allentati per decenni, fin dai tempi dell’inutile denuncia di Berlinguer, sulla “questione morale”. Quanto succede in questo periodo storico a Siena è solo la dimostrazione palese di una crisi dei costumi, che ci pongono lontani anni luce dal rigore tedesco, ma anche dalla questione morale sollevata all’epoca anche da noi in Italia. Così, se un consigliere comunale lancia una bottiglietta d’acqua a un cavallo e a un fatino in corsa durante il Palio, come può continuare a godere del prestigio sociale che si richiede a un rappresentante del popolo? E dopo qualche settimana da consigliere ritornare a fare il capogruppo di Fratelli d’Italia senza aver mai lasciato la presidenza della commissione urbanistica quella che vede come assessore Michelotti, fra parentesi dello stesso partito. Per sedere su certi scranni, come minino, si richiede di dare il buon esempio. Altrimenti sarebbe giusto non prendere responsabilità che comportano la rappresentanza sociale. E se un comandante di polizia è sotto inchiesta per uno reato, deve essere un giudice a obbligarlo a fare un passo indietro? È chiaro che non può avere la credibilità o la serenità adeguate a tutelare tutti i cittadini, compresi quelli di piazza del Mercato ad esempio. Come, allo stesso modo, non voler scindere nettamente il ruolo istituzionale da chi “rappresenta” interesse privati che impattano con le scelte amministrative. Chi ha le responsabilità non da’ il giusto peso al fatto che minimizzare e non tener conto della gravita dei fatti, è come dare un via libera ad ogni trasgressione? Che vai a dire, a un ragazzo che magari fa una piccola infrazione o che si trova in mezzo a una rissa? Ritorniamo sulla questione morale, anche per un aspetto più generale. Tante vicende della quotidianità, che riguardano lo sport, la cultura, la scuola si stanno svolgendo nella legalità. Ma tutto ciò che è lecito non è detto che sia lontano da retro pensieri, o da valutazioni che hanno a che vedere con l’opportunità, con l’effettivo vantaggio per i cittadini e una comunità, compresa quella senese. Purtroppo le cronache dimostrano che, in tutto il Paese, il livello di tolleranza, di violenza, di abusi, di interessi privati e “compatibilità” politiche in campo pubblico hanno raggiunto soglie inimmaginabili. Certo, se un Aldo Moro andava in spiaggia vestito di tutto punto, per conservare la dignità e l’onorabilità dell’uomo pubblico, ci sarà pure un motivo che non è solo estetico.