Un vento indomabile.

A due settimane dalla prima campanella, l’anno scolastico ai tempi del governo grillo-leghista mostra alcune novità tempestive e molti problemi. Nella scuola italiana, spiega Corrado Zunino, mediamente manca un preside su quattro, servono segretari e bidelli, e in cattedra siedono ottantamila precari. C’è bisogno di insegnanti di sostegno – sulla carta 13mila incarichi in più, spiega Ilaria Venturi – e infatti i posti per i disabili aumentano ma non ci sono specialisti. Senza insegnanti con una formazione ad hoc, questi posti verranno coperti da figure a termine, con conseguente effetto devastante per i ragazzi. Della questione Autostrade, rispetto alla quale il ministro Danilo Toninelli ha appena concluso la sua audizione parlamentare, torna a parlarci Pier Luigi Bersani, protagonista come ministro dell’Industria prima e dei Trasporti poi della lunga stagione delle privatizzazioni e, soprattutto, di quella che fu ribattezzata “lenzuolata” delle liberalizzazioni. A Marco Patucchi l’ex ministro rivela le proprie perplessità sulla posizione di Trasporti: “Nella Finanziaria del 2001 ho inserito una norma che cancellava le concessioni per le tratte in fase finale dell’Alta velocità ferroviaria e introduceva le procedure pubbliche di gara mettendo in subbuglio tutto il sistema delle costruzioni. Quando si parla di centrosinistra ci si ricordi di questo”. Quel che è certo è che Atlantia finora ha ottenuto alti profitti. Ma il governo, spiega Fabio Bogo, è capace solo di lanciare anatemi, senza indicare strategie concrete e relativi costi: “Toninelli ha poi tuonato contro Autostrade: non faremo ricostruire il ponte a chi lo ha fatto crollare, ha sentenziato. Bene, lo farà qualcun altro. Già individuati i realizzatori: Di Maio ha scelto Cassa Depositi e Prestiti e Fincantieri. Che finanzieranno e realizzeranno il nuovo ponte, ma certamente non a costo zero come qualcuno potrebbe supporre. Alla fine un conto da pagare ci sarà”. Da Bruxelles, intanto, il commissario Ue al Bilancio Ghuenter Oettinger, stretto tra la necessità di richiamare il governo grillo-leghista alla realtà e la volontà di non andare allo scontro, si esprime sulla questione migranti: “Quasi tutta la quota sborsata vi torna sotto forma di fondi europei”. La guerra all’Ue in nove mosse ci viene riassunta dal vicedirettore Sergio Rizzo, che dall’immigrazione al vincolo di bilancio spiega come Lega e 5Stelle siano saldamente unite nell’offensiva sovranista: “Per un incendio c’è bisogno sempre di un innesco, una sigaretta accesa gettata fra le sterpaglie, una scintilla arrivata da chissà. Ma poi ci devono essere le condizioni propizie: il bosco secco, il caldo asfissiante, il vento indomabile”.