Un anno di attriti Ma gli italiani che credono nell’Ue balzano al 64%

 

I dati di Eurobarometro: nel 2017 era il 49%

 

 

BRUXELLES«Gli italiani capiscono che l’Europa va cambiata ma ci serve». Così il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani ha commentato l’esito di un sondaggio Eurobarometro, commissionato in vista delle elezioni europee del maggio prossimo dalla sua istituzione comunitaria, che indica «una forte crescita degli italiani che giudicano positivamente l’appartenenza all’Ue». La stima «flash» dei favorevoli è salita al 64% degli intervistati, rispetto alla stessa rilevazione fermatasi al 49% nello stesso periodo dell’anno scorso. Scendono al 15% gli italiani che considerano negativamente essere nell’Unione europea, rispetto al 22% del 2017, ma restando il picco dei 27 Paesi membri (seguono francesi, greci e ciprioti con il 14%). Si riducono dal 22% al 18% quanti ritengono l’adesione all’Europa né «una cosa buona», né «una cosa cattiva». In contrazione dal 7% al 3% anche quanti non sono interessati all’argomento.

La stima dei sostenitori italiani dell’appartenenza all’Ue risulta inferiore alla media dei 27 Paesi membri (non è stato considerato il Regno Unito in quanto in uscita per la Brexit), che si attesta al 68% dei 27.071 intervistati con solo il 10% di decisamente contrari, 20% nella fascia del nè «cosa buona», né «cattiva», 2% di «non so».

I critici

Cala al 15% chi non vuole restare in Europa, mentre il 31% è critico verso l’attuale Unione

La più alta considerazione dell’essere in Europa è stata attribuita dal sondaggio a irlandesi (84% con solo 4% con giudizio negativo), tedeschi (81% contro 7%) e lussemburghesi (80% contro 4%). I minori livelli di gradimento emergono da croati (49%), bulgari (54%), ungheresi (55%), ciprioti (55%), greci (57%), cechi (57%) e francesi (58%).

Se l’appartenenza all’Ue viene ritenuta abbastanza necessaria, giudizi un po’ diversi provoca la domanda sull’immagine dell’attuale Europa. In 26 Paesi su 27 l’orientamento positivo ancora prevale (solo in Grecia il pollice all’ingiù del 33% supera il 32% di favorevoli). In Irlanda si attesta al 61%, in Polonia al 60%, in Lussemburgo al 59%, in Portogallo al 57%, in Germania al 54%, in Italia al 42%. Ma abbastanza numerosi appaiono quanti manifestano un’opinione «totalmente negativa» soprattutto in Italia (31%), Francia (29%), Belgio (29%), Repubblica Ceca (26%), Ungheria e Slovacchia (25%), Cipro (24%) e Olanda (22%).

 

Fonte: Corriere della Sera, https://www.corriere.it/