Tweet sul blitz, lite Salvini-Spataro “Danni all’indagine”, “Vai in pensione”

Il ministro rivela l’operazione di Torino sulla mafia nigeriana, che il procuratore voleva tenere riservata Ermini (Csm): il vicepremier disprezza un servitore dello Stato. Bonafede: chiarirò le responsabilità
Alessandra Ziniti, Roma
I tempi e i modi della “discovery” dell’operazione di polizia li avrebbe decisi solo dopo, a cose fatte, il procuratore della Repubblica. Come sempre a Torino. Nessun flash di agenzia all’alba, nessun comunicato della polizia di Stato, nessuna conferenza stampa già prevista. E così, quando alle 7.52 ha visto una dichiarazione e poi un tweet di Matteo Salvini che si complimentava con la polizia per l’arresto di “15 mafiosi nigeriani” a Torino mentre erano ancora in corso le perquisizioni e la squadra mobile aveva trovato solo 8 dei 15 ricercati, Armando Spataro è andato su tutte le furie. E le ruvidità che hanno sempre contraddistinto il rapporto tra i due sono esplose in un durissimo botta e risposta tra il procuratore e il ministro. Con Spataro ad accusare Salvini di aver danneggiato, con il suo tweet, l’esito di un’operazione ancora in corso e Salvini a replicare a modo suo: «Inaccettabile, se è stanco, si ritiri e faccia il pensionato » , alludendo all’imminente conclusione della carriera di Spataro che il 17 dicembre, al compimento dei 70 anni, lascerà l’ufficio.
La rivelazione del blitz contro la mafia nigeriana che a Torino stava ricostituendo una cellula degli Eiye è stata solo la scintilla di una giornata ad alta tensione finita con la richiesta al Csm da parte dei togati di Area di apertura di una pratica a tutela di Spataro che ha subito ricevuto la solidarietà del vicepresidente David Ermini. «L’impegno del procuratore di Torino da grande e leale servitore dello Stato e non può essere in alcun modo messo in discussione da toni sprezzanti » , il monito del vicepresidente del Csm al quale Salvini ha replicato riservando anche a lui gli stessi toni beffardi: «Sono preoccupatissimo».
Del tutto evidente che per Matteo Salvini, che in sei mesi non ha preso molta confidenza con il modus operandi del Viminale, la condivisione in tempo reale sui social di informazioni a lui dovute nella qualità di ministro dell’Interno è senza filtri. A giustificazione del suo operato, Salvini non esita a tirare in ballo il capo della Polizia Franco Gabrielli: « Se il capo della polizia mi scrive alle 7.22 informandomi di operazioni contro mafia e criminalità organizzata, come fa regolarmente, un minuto dopo mi sento libero e onorato di ringraziare e fare i complimenti alle forze dell’ordine. Quando c’è un’iniziativa riservata mi si scrive ” aspettiamo a dirlo” e io aspetto. Non ho ancora capito come ho fatto saltare l’operazione, come dice Spataro. La Ps mi confermato che l’operazione era finita, ho il messaggio ».
Quello di Spataro, per Salvini, è un ” attacco politico” ( « Si candidi » ), ma il rilievo del procuratore è puramente tecnico. «Ci si augura che per il futuro il ministro dell’Interno eviti comunicazioni simili o voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso, rispettando le prerogative dei titolari dell’azione penale in ordine alla diffusione delle notizie».
Il ministro della Giustizia Bonafede prova a fare da arbitro: « C’è stato un corto circuito comunicativo e mi interessa sapere chi è il responsabile. Non ho dubbi che Spataro e Salvini volessero comunicare le proprie azioni nel rispetto delle regole di sicurezza » . A Spataro va la solidarietà di Roberto Saviano che torna ad attaccare Salvini: «Il ministro più scarso del governo, uno che parla a vanvera di tutto, capendo molto poco finanche di ciò che dice. È dei fessi che bisogna aver paura».
Fonte: La Repubblica, https://www.repubblica.it/