Le manovre Pd per prendersi la commissione

SLITTA LA PARTENZA

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Alla Commissione d’inchiesta su David Rossi, Walter Rizzetto, ex M5S ora Fratelli d’Italia, ci lavora da almeno un paio d’anni. Ma i lavori non riescono a partire: i componenti sono stati resi noti il 30 aprile, la presidenza è stata oggetto di una battaglia piuttosto feroce che ha fatto slittare le votazioni (previste per oggi) alla settimana prossima. In origine, doveva andare allo stesso proponente, Rizzetto. Ma il Pd si è messo di traverso. Debora Serracchiani, la capogruppo, su input del Nazareno, ha condotto una battaglia durissima per ottenere la presidenza per i dem. Una mossa che non è piaciuta agli altri partiti (della maggioranza e non): la Commissione dovrà evidentemente indagare sulle questioni bancarie, a partire da Mps, feudo della finanza rossa. Vicende alle quali il Pd è storicamente e instrinsecamente legato.

Tra i componenti, c’è una folta rappresentanza di toscani: dal senese Luca Migliorino dei Cinque Stelle a Susanna Cenni e Luca Sani del Pd. Anche Claudio Borghi (Lega) è una conoscenza della città e della provincia: nel collegio Toscana XII ha corso contro Padoan a marzo 2018. E se Leu ha puntato su Federico Fornaro, Italia Viva ha scelto Cosimo Maria Ferri, altro toscano, ex magistrato, al centro di alcune delle trame nel Csm degli ultimi anni. Scelte del territorio che non sono indifferenti, visto il peso di Mps.

Raccontano che sia stato Luca Lotti a chiedere al segretario Enrico Letta di insistere sulla presidenza. Letta reagisce addirittura stupito: sostiene di non aver parlato mai dell’argomento con Lotti. Anche se conferma di aver chiesto ai gruppi parlamentari di lavorare per le presidenze delle Commissioni in gioco: del pacchetto fanno parte non solo quella dedicata a David Rossi, ma anche una su Bibbiano e sulle fake news. Mentre ieri è stata istituita anche quella sulla Moby Prince. Va detto che i voti di Lotti sono stati determinanti per portare la Serracchiani alla presidenza del gruppo di Montecitorio: l’interlocuzione tra i due è dunque diretta. Per quanto anche lei ci tiene a smentire pressioni. Esiste anche un nome per il quale i dem avrebbero insistito: Franco Vazio, ligure, ex renziano di ferro, ora lottiano.

Per ora, però, l’operazione non è riuscita. La seduta prevista per oggi per l’elezione è stata spostata alla settimana prossima. Il motivo ufficiale è che si cerca un accordo complessivo su tutte e 4 le presidenze e che nel pacchetto ci sarebbe anche il Copasir. Cosa, quest’ultima, che complica il gioco: da quando è nato il governo Draghi, il presidente leghista, Raffaele Volpi, dovrebbe lasciarla per cederla a Fratelli d’Italia, ma la Lega resiste a tutti i costi.

Alla fine, per evitare troppi conflitti, il posto potrebbe finire a uno dei tre componenti di Forza Italia (Cristina Rosello, Guido Pettarin e Pierantonio Zanettin). Ma la settimana è lunga e c’è ancora tempo per ulteriori manovre.

Sabato scorso, intanto, Antonella Tognazzi, vedova di Rossi, si era esposta con un post su Facebook: “Sono molto contenta che il prossimo giovedì 13 maggio si insedi la Commissione di inchiesta su David. Sono stati anni difficili, molto impegnativi in cui abbiamo costantemente cercato una sola cosa: la verità”. E poi si augurava che a presiederla fosse lo stesso Rizzetto: “Spero fortemente che Walter Rizzetto, colui che, a mio avviso, più di tutti ha posto in essere le basi di questa Commissione, la guidi da Presidente, con la forza, la coerenza, e con la determinazione che lo hanno contraddistinto da sempre. Sarebbe il giusto e meritato riconoscimento al suo determinante impegno”. Per ora, questa speranza sembra destinata a morire. Ma per evitare che la guida andasse al Pd sono state fatte le barricate. Da capire se avranno davvero effetto.

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