Dunque, alla fine, il contratto è arrivato. Non ancora ratificato dai leader, con alcuni punti rimasti in sospeso, ma sostanzialmente definito. Lega e Movimento 5 Stelle hanno delineato i punti programmatici del loro futuro governo, in attesa di trovare un accordo sul nome del premier.
Rispetto alle bozze già uscite, è stata cassata ogni ipotesi di uscita dall’euro, mentre entrano temi come i vaccini e l’alta velocità Torino-Lione. Al netto dei singoli punti, l’analisi complessiva di Claudio Tito evidenzia un tentativo di “esternalizzazione delle istituzioni e della politica”, affidando le decisioni a organi extraparlamentari e procedure al limite della costituzionalità.
Nello specifico, Repubblica ha scelto di soffermarsi su quattro elementi critici del contratto, evidenziando rischi e: la giustizia, il comitato di conciliazione, il debito con la Bce e la questione migranti.
Ora la parola passa al presidente Mattarella, che però ha già mandato dei segnali precisi agli interlocutori: non è disposto a discutere di bozze di programma, mentre attende che Salvini e Di Maio si presentino al Quirinale indicando una soluzione politica per il nome del premier.
Nell’aria circola ancora l’ipotesi della staffetta: Francesco Merlo ci ricorda che anche questo è un ritorno al passato (Craxi e De Mita), nulla di inedito, nulla che non sia già stato visto, un po’ come il kamasutra. (Andrea Iannuzzi)