Tregua elettorale tra Rossi e Pd«Non possiamo essere nemici».

Il governatore alla conferenza dem: evitiamo i conflitti. E il termovalorizzatore esce dai riflettori

Marzio Fatucchi

 

DAL NOSTRO INVIATOPisa «Io non sono il nemico del Pd. E il Pd non è mio nemico». Enrico Rossi lo dice prima di salire sul palco della Conferenza programmatica del partito democratico a Pisa. Parla dopo il sindaco Dario Nardella, i segretari di Firenze Marco Recati e dell’empolese valdelsa Jacopo Mazzantini. Un fuoco di fila in cui si ribadisce che «le infrastrutture vanno fatte, senza seguire comitati del no e movimenti», come dice Nardella. Ma solo due persone parlano esplicitamente dell’infrastruttura che ha fatto litigare Pd e Rossi, cioè il termovalorizzatore di Case Passerini. Recati e lo stesso Rossi che nel suo intervento chiede di «essere all’avanguardia dell’innovazione» sul tema dei rifiuti «ma non parlo di Firenze». Il termovalorizzatore, parafrasando Bersani, è la «mucca nel corridoio» che nessuno vuole affrontare. Perché è il giorno della pax tra il Pd e il governatore, ora esponente di Mdp.

Rossi era stato invitato prima della deflagrazione delle scontro, innescata da lui stesso introducendo la possibilità di fare a meno di Case Passerini, con finale di battibecco con Nardella e il segretario regionale dem Dario Parrini a gettare acqua sul fuoco a due giorni dall’incontro a Pisa. Perché l’obiettivo do Parrini e del suo vice Antonio Mazzeo è quello di siglare un’intesa che mettesse un freno alle tensioni. «Il centrosinistra toscano modello a livello nazionale» aveva detto Mazzeo venerdì. E Rossi risponde «condividendo» le parole di Mazzeo. «Dobbiamo lavorare perché tra due anni e mezzo il timone possa passare ad un uomo, meglio una donna, che guidi un nuovo schieramento in continuità con la sinistra e il centro sinistra che ha sempre governato la Toscana». Insomma, il nemico restano «M5S e questa destra. Spero in una campagna che non ci veda l’uno conto l’altro armati. Cerchiamo argomenti che non creino conflitti». Non solo: «Apprezzo che Mazzeo abbia parlato di allargare la maggioranza per iniziare un confronto verso la sinistra che cerca di formarsi, che deve essere in questa regione sinistra di governo. Abbiamo un passaggio dopo le elezioni politiche per riconquistare Comuni importanti, tra cui Pisa e Siena. Se dovessimo su queste realtà segnare altri risultati negativi, raggiungeremo un risultato mai avuto in Toscana: una parità o peggio nei capoluoghi guidati da sinistra».

Ma per farlo non bastano i partiti, «occorre ricollegare pezzi della società toscana che durante la crisi abbiamo perso» a partire dai sindacati e dalle categorie, al volontariato: «Un bagno di umiltà: costruiamo in Toscana una “alleanza democratica e sociale”». Ma comunque molto è stato fatto, la Toscana è tornata «tra le regioni più produttive e innovative d’Italia», grazie ai fondi europei. C’è da risolvere la crisi della costa: «Se non riparte l’acciaio, con una riconversione ambientale, a Piombino, sarebbe una sconfitta: anche mia». C’è da rivedere la riforma sanitaria, «doveva essere fatta, ora deve essere meno burocratica e puntare ad una valutazione dei risultati per i cittadini». Ma di Case Passerini? «Dell’inceneritore non parlo — spiega Rossi — Ma la Toscana, fermo restando i numeri, i conti (come aveva chiesto il Pd ndr ), può primeggiare nel campo dell’economia circolare». Stop.

Quando Parrini chiude la conferenza, ribadisce l’arco temporale della legislatura, «fino al 2020», ma ricorda anche che «il Pd è maggioranza assoluta in Consiglio regionale» e che «siamo consapevoli che il nostro compito non si esaurisce nell’evocazione dei problemi, ma nella soluzione». Tradotto dal parrinese: caro Rossi, se non vuoi il termovalorizzatore, dicci dove smaltire oggi, non tra 10 anni, i rifiuti. Ma sono messaggi in codice. La scelta pubblica è di far finta che non esista una contraddizione tra la fase del turborenzismo che metteva muri nei confronti della minoranza e che ora, uscita in Liberi e Uguali, se ne chieda la collaborazione anche in vista delle prossime politiche. Tanto che sulle proposte concrete (Irap ed Imu tagliate a chi investe in Toscana o a chi assume) ci sono solo consensi. Una «pax 2020», insomma. Dimostrata anche dalla risposta di Rossi sulla ricandidatura di Maria Elena Boschi: «Non è un problema mio, è una questione interna al Pd». Anche se «io la commissione sulle banche non l’avrei fatta: come diceva Aldo Tortorella “sono stati vittime della loro stessa macchinazione”».

 

Domenica 17 Dicembre 2017, Corriere Fiorentino.

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