Cosa meglio del coronavirus per rianimare una campagna elettorale che, a tre mesi dagli annunci di Matteo Salvini, ancora non vede un candidato della destra per le regionali in Toscana? L’offensiva lanciata negli ultimi giorni dalla Lega e da Forza Italia contro le misure messe in atto dalla giunta regionale di Enrico Rossi – prese in stretto contatto con l’Istituto superiore di sanità, la Protezione civile e le indicazioni del ministero della Salute – fa apertamente pensare a un censurabile tentativo di far leva sulla paure dei cittadini. Per lucrare consensi.
A riprova, la segretaria regionale del Pd, Simona Bonafè, ha denunciato quanto sta accadendo in una regione in cui la folta comunità cinese, residente perlopiù fra Prato e l’hinterland fiorentino, ha seguito le indicazioni delle autorità sanitarie. “Più che fare allarmismo o ancor peggio sciacallaggio politico, a noi interessa che siano messe in campo tutte le misure previste dal protocollo nazionale per garantire la salute dei cittadini ed evitare rischi di contagio”.
Di più: “E’ disarmante vedere che anche stavolta Matteo Salvini ha utilizzato un fatto serissimo come il coronavirus cavalcando i timori dei cittadini – ha osservato Bonafè – al solo fine di iniziare la campagna elettorale in Toscana. Noi ci guardiamo bene dall’attaccare il presidente di centrodestra della regione Lombardia o quello del Veneto perché lì si sono verificati purtroppo i casi di contagio, noi non sfruttiamo i drammi delle persone”.
Eppure Salvini non arretra, e da Torre del Lago, dove ha inaugurato una sezione della Lega, ha continuato ad attaccare a testa bassa: “Bisogna fare tutto ciò che è necessario fare: chiunque arrivi da luoghi a rischio non deve camminare in mezzo alla strada. Qui in Toscana abbiamo un governatore che diceva che chi voleva i controlli è un ‘fascioleghista’. I medici che chiedevano i controlli, secondo questo poveretto, sono ‘fascioleghisti’. Se ci date una mano proveremo a fare il possibile e l’impossibile per liberare la Toscana da certa gente che non merita di governare”.
Il riferimento del leader della Lega è legato alla polemica dei giorni scorsi fra Rossi e il virologo Roberto Burioni sulle misure di prevenzione da prendere per il coronavirus. Con quest’ultimo che parlava di un azzardo della Toscana sulla gestione di circa 1.500 tornate dalla Cina. E con Rossi che, forte del via libera concordato con l’Istituto superiore di sanità e la Protezione civile alla prevenzione messa in atto, aveva replicato: “Noi seguiamo le linee nazionali. Chi ci attacca o non è informato, o è un fascioleghista”.
Ieri poi, alla luce dell’ultima ordinanza del ministero, Rossi e l’assessora Stefania Saccardi hanno firmato a loro volta un’ordinanza regionale, che riprende e adegua i precedenti provvedimenti già assunti, che per ora hanno permesso la sorveglianza attiva di chi è rientrato in Toscana dalla Cina. “Un risultato importante, che è stato possibile grazie al lavoro della task force, e all’applicazione puntuale e corretta delle direttive ministeriali”.
Eppure la destra a trazione leghista ha continuato ad attaccare. Con Maurizio Gasparri (“La Toscana va commissariata”), e con Mariastella Gelmini, a nome di parlamentari e consiglieri regionali forzisti: “La Regione Toscana si è mossa in ritardo ed è stato perso tempo prezioso, non volendo ascoltare, per pregiudizio politico, gli autorevoli pareri di Burioni e di altri scienziati”. Il tutto condito in rete da post palesemente falsi su Rossi, e da esposti e denunce contro il presidente toscano. Il quale in serata ha fatto il punto della situazione: “Ad oggi non c’è nessuna emergenza, perché non risultano casi accertati di coronavirus”. Che peraltro, per Rossi, potrebbero comunque arrivare nonostante le misure prese: “Se mi aspetto che ci saranno casi di positività in Toscana? Possibile, facciamo parte dell’Italia…”.