TorinoFilmLab compie dieci anni.

Lo sanno bene gli addetti ai lavori, ma anche i cinefili più attenti, quelli che si fermano a leggere anche i titoli di coda: a Torino esiste una fucina di talenti dove nasce il cinema del futuro. E non è solo un modo di dire. I film qui vengono scritti e sviluppati, presentati ai distributori e accompagnati sul mercato grazie a un laboratorio unico in Europa che da 10 anni fa conoscere al mondo il «marchio Torino». È il Torino Film Lab, uno dei progetti più riusciti del Museo nazionale del Cinema. Un laboratorio internazionale che riunisce sotto un unico cappello diverse attività a sostegno dei giovani emergenti: formazione, sviluppo e finanziamento. Fondi europei Oltre al sostegno ai giovani e al talento, il Tfl è un caso virtuoso per la sua capacità di attirare risorse europee e internazionali, infatti il 70% del budget arriva da fondi europei e partner esteri prestigiosi, tra cui il Festival di Cannes e il Doha Film Institute, soltanto il 17% proviene dal nostro territorio, il restante 13% dal Mibact. Stiamo parlando di un budget importante: 1 milione e 700 mila euro. Il Tfl oltre a confermarsi come una delle poche realtà piemontesi in ambito culturale capace di attirare capitali esteri, in 10 anni ha portato migliaia di ospiti internazionali a Torino che scoprono il nostro territorio. E il brand di Torino e del Piemonte fa il giro del mondo, perché la specificità del Tfl è di essere un laboratorio formativo itinerante per l’Europa e non solo. «In questo 2017 – sottolinea con soddisfazione la direttrice Savina Neirotti – siamo la seconda più grande istituzione a vincere il bando della Commissione europea per i fondi destinati al training nel campo del cinema e le co-produzioni». «Il nostro punto di forza spiega Neirotti – è essere riusciti a mettere insieme tre attività che in Europa e nel mondo esistevano solo separatamente: la formazione professionale ad alto livello, i mercati di co-produzione e il sostegno a produzione e distribuzione». In pratica, l’intera filiera del cinema, dall’idea fino al film in sala. Si comincia con la formazione di registi, sceneggiatori e produttori di lungometraggi di finzione, già professionisti, alle prese con l’opera prima o seconda. È lo step successivo alla scuola di cinema e prevede due diversi programmi: ScriptLab e FeatureLab. Nel primo caso i progetti su cui si va a lavorare sono allo stadio iniziale, mentre nel secondo si lavora allo sviluppo di quelli che hanno già una sceneggiatura e un produttore. Tra gli alunni più famosi ci sono stati il Premio Oscar Laszlo Nemes, il regista de Il figlio di Saul, e Ritesh Batra che ha girato The Lunchbox e adesso è alla Mostra del Cinema di Venezia con Il senso di una fine interpretato da Robert Redford. Ma il Torino Film Lab non si limita a questo. «Siamo anche mercato di co-produzione – precisa la direttrice -. Selezioniamo i progetti e li presentiamo a produttori di tutto il mondo». Il Torino Film Lab Meeting Event è proprio questo, il momento in cui vengono presentati a circa 250 produttori i film sviluppati nel corso dei vari programmi di formazione. «E poi agiamo anche come fondo di produzione prosegue Neirotti -. Una giuria internazionale viene infatti nominata annualmente col compito di assegnare premi da 50mila euro». Il Torino Film Lab diventa così a sua volta coproduttore: sono già oltre 90 le pellicole in cui compare nei titoli di apertura e chiusura. Anche le serie tv «A tutto questo – aggiunge la direttrice – dal 2014 si è aggiunto anche un fondo di distribuzione che va invece ad aiutare quei film che hanno completato il percorso e che hanno bisogno di un sostegno per essere distribuiti in più paesi». È in questo contesto che a Torino è nata la nuova figura professionale dell’Audience designer, che studia strategie innovative di distribuzione fin da quando il progetto è ancora in fase di sviluppo, individuando il pubblico giusto per ciascun film. Ma non è l’unica recente novità in casa Tfl: quest’anno il laboratorio ha fatto anche il suo ingresso nel mondo della televisione, in sinergia con la Film Commission. «Abbiamo deciso di applicare gli stessi ragionamenti allo sviluppo di serie televisive europee – spiega Neirotti -. In questo caso il momento di presentazione al mercato avviene al “Séries Mania”, con cui abbiamo fatto una partnership». L’appuntamento è per aprile a Parigi, dove ci saranno più di 400 produttori da tutto il mondo, pronti a conoscere le nuove serie tv marchiate Torino. c
Salvo Il film di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, storia di un killer di mafia e di una giovane cieca, ha vinto il Gran Prix e il Prix Revelation alla 52° Semaine de la Critique di Cannes ANSA The Lunchbox Successo anche al botteghino per il film del regista indiano Ritesh Batra adesso in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia con «Il senso di una fine» con Redford Postcards from the zoo La storia poetica del regista indonesiano Edwin ambientata tra le giraffe è andata in concorso al Festival di Berlino
68 film completati in 9 anni di vita dal Torino FilmLab, di cui 25 solo nel 2016. La speranza è arrivare al traguardo dei 10 anni con 100 film 70% del budget arriva da fondi europei e partner esteri prestigiosi, tra cui il Festival di Cannes e il Doha Film Institute, solo il 17% proviene dal nostro territorio, il restante 13% dal Mibact.
La Stampa –