Tiriamoli fuori di lì.

 

BUONGIORNO
Due bambini di sei mesi e di un anno e mezzo sono stati ammazzati dalla madre a Rebibbia, cioè in carcere, dove non dovevano essere, né loro né lei. Subito e febbrile si è riaperto il dibattito: basta bambini in prigione. Purtroppo non vi ha partecipato il premier Giuseppe Conte, alle prese coi numeri della manovra finanziaria e le diffidenze di Bruxelles. Ahimè ne è rimasto fuori anche il vicepremier Matteo Salvini, impegnato in una disputa con degli intellettuali belgi su quanti immigrati servano all’Italia, e su chi pertanto fosse il vero razzista. Accidenti, è toccato fare a meno del contributo dell’altro vicepremier, Luigi Di Maio, in viaggio per la Cina e catturato da una disputa col Pd, poiché aveva annunciato di essere titolare di un biglietto economy, e invece al Pd risultava ben comodo in business. E allora lui ha esibito il biglietto su Instagram – è economy, diffamatori – ma quelli del Pd hanno conservato il dubbio, stai a vedere che ha fatto l’upgrade: in effetti il Paese ha il diritto di sapere di quei sette-ottocento euro che ballano, tanto i bambini sono già morti e non c’è più niente da fare. Invece era preventivato il silenzio del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, perché questo è il momento di stare zitti, aveva intimato. Zitti fino a un certo punto: nel pomeriggio ha trovato le parole per rivelare l’imminente partenza per Trani, col volo di linea però, non con l’aereo di Stato, ed era giusto che il popolo apprezzasse tanta sobrietà. Insomma, il febbrile dibattito non è mai partito. (Ci sono ancora sessanta bambini nelle prigioni italiane: andiamo a prenderli con l’auto blu, e tiriamoli fuori di lì).
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