Tesori di Mps, l’altolà della soprintendenza:i quadri restino a Siena.

Aldo Tani
SIENA «I tesori di Mps non si devono allontanare da Siena». Dopo la diffusione dell’accordo tra Rocca Salimbeni e l’Ue, che prevede la vendita delle opere della banca per 121 milioni di euro «nel rispetto dell’attuale legislazione», arriva la risposta perentoria della Soprintendenza ai beni artistici e storici. Un intervento per fare chiarezza ed evitare allarmismi e speculazioni. In una nota l’ente precisa che è stato «già avviato il procedimento e l’iter amministrativo necessario, emanando un nuovo vincolo per quanto riguarda i beni di interesse storico artistico di proprietà della Banca Monte dei Paschi, facenti parte della storica Collezione Chigi Saracini, vincolandoli come collezione indivisibile e pertinenziale al Palazzo Chigi Saracini in Siena». Un’azione che «è in itinere per tutti gli altri beni di interesse storico artistico che costituiscono i vari gruppi collezionistici presenti nelle varie sedi della Banca. Anche questi a seguito di valutazione, saranno vincolati come nuclei collezionistici indivisibili, legati alla storica città di Siena». Un quadro che viene delineato nel dettaglio da Alessandro Bagnoli, direttore dell’Ufficio vincoli: «Quando la banca nel 1995 è diventata una Spa, la legge del 1939 che tutelava i beni da un possibile alienazione è rimasta in vigore — spiega — Da alcuni anni è in corso una catalogazione di tutte le opere di Mps. Il lavoro è iniziato anni fa e direi che siamo al 50%, perché si parla di migliaia di pezzi e si deve procedere uno a uno. Quando sarà terminato chiederemo al Mibact di sottoporre i beni al vincolo di collezione e pertinenziale, in modo che siano legati per sempre alla città». Un’assicurazione importante che però si potrebbe scontrare con l’assetto societario della banca. La proprietà di Rocca Salimbeni è per 70% nelle mani del Tesoro, mentre il via libera all’alienazione, dopo un passaggio intermedio con la Soprintendenza, è in capo al Ministero dei beni culturali. L’eventuale conflitto di interessi però per Bagnoli non è destinato ad alterare gli equilibri: «Al di là di chi è l’azionista di maggioranza, la situazione non rischia di precipitare. Il nostro obiettivo perciò è di legarle a Siena più di quando lo siano adesso per impedire che il patrimonio si possa disperdere».

Sabato 28 Ottobre 2017 Corriere Fiorentino.

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