Si delinea una piccola svolta anti­inciucio.

 

Taccuino
L’incubo del secondo voto, alla spagnola, si affaccia all’improvviso da una campagna che non sa più cosa fare e dire per risvegliare un elettorato ancora pigro e propenso all’astensione. Uno dopo l’altro, come se si fossero messi d’accordo, ne parlano i due maggiori sospettati, Berlusconi e Renzi, di possibile inciucio e eventuale governo di larghe intese, in mancanza di una chiara maggioranza. E a ruota, subito dopo di loro, concordano Salvini e Meloni, mentre Grasso continua ad accusare il leader del Pd e quello di Forza Italia, di avere un’intesa sottobanco. Votare di nuovo entro ottobre, ma prima cambiare la legge elettorale, per evitare di ritrovarsi di nuovo di fronte a un risultato ingestibile. C’è una certa confusione – è evidente – in uno scenario come questo, e resta forte il dubbio che venga evocato solo a scopo di propaganda, per mobilitare gli elettori del proprio campo e spingerli a fare il passetto in avanti di cui sia Berlusconi sia Renzi hanno bisogno. L’ex Cavaliere continua a mostrarsi sicuro di sé e della vittoria ormai a un passo del centrodestra, ma teme fluttuazioni come quelle che si sono avvertite negli ultimi giorni, dopo Macerata, a favore della Lega. Per questo fa di tutto per tenere stretti attorno al simbolo di Forza Italia gli elettori che finora hanno mostrato di gradire il suo ritorno in campo. E anche Renzi vuole rimontare quei due – tre punti che gli basterebbero per giocare in modo più competitivo la gara nei collegi uninominali. Ma se poi dalle urne dovesse uscire per davvero lo stallo temuto e esorcizzato nei discorsi delle ultime ore? L’ipotesi di un governo che resti in carica solo il tempo di mettere a punto una nuova legge elettorale è plausibile, sulla carta: si tratti di una prorogatio di Gentiloni, o di un reincarico, sempre a lui, con un programma limitato e il sostegno diretto del Quirinale, ciò che ha fatto parlare di «governo del Presidente». Ma sarebbe tutto da vedere che gli stessi partiti che per mesi avevano cercato un’intesa sulla legge elettorale, fallendo sul sistema tedesco e accordandosi alla fine sul Rosatellum, riescano a inventarsi una soluzione diversa. La fase di instabilità che si aprirebbe, con partiti che continuano a fare la campagna elettorale e tuttavia sono chiamati a sostenere un governo, avrebbe subito conseguenze negative sui conti del Paese. Non resta che sperare che quello descritto in queste ore sia davvero un incubo o un ennesimo espediente elettorale.
Fonte: La Stampa, www.lastampa.it/