Si allarga il fronte del lavoro Whirlpool licenzia 340 persone

La società annuncia la chiusura dello stabilimento di Napoli, scatenando la protesta dei dipendenti Draghi incontra i sindacati locali. Palazzo Chigi: “Governo impegnato per costruire alternative”
di Tiziana Cozzi
NAPOLI — Non un giorno di più a Napoli. L’incontro al Mise per concordare la proroga della cassa integrazione è appena cominciato e Whirlpool gela tutti, annunciando l’avvio dei 340 licenziamenti della fabbrica di via Argine, nella periferia Est di Napoli. È l’atto finale di una battaglia durata due anni. «Dopo una lunga riflessione abbiamo deciso di avviare la procedura di licenziamento collettivo – spiega Luigi La Morgia, amministratore delegato Whirlpool Emea – siamo consapevoli della nostra scelta, siamo il più grande investitore e produttore di elettrodomestici in Italia». Non servono gli appelli della viceministra Alessandra Todde che, al tavolo, continua ad insistere perché l’azienda accetti altre 13 settimane di cassa integrazione: «Rinviare i licenziamenti – spiega – è una scelta che non pesa sul bilancio societario, mentre è indispensabile avere ulteriore tempo per i lavoratori e per il piano di rilancio. Per l’azienda le relazioni industriali non sono importanti, la loro scelta è un danno grave per il gruppo in Italia». Anche il ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti bolla la decisione come «irragionevole: siamo perplessi rispetto a questo rifiuto che danneggia solo i lavoratori Whirlpool, che dovrebbero invece essere tutelati».
Dopo i 152 esuberi di Gianetti in Lombardia e i 422 di Gkn in Toscana, Whirlpool conferma la sua linea, la stessa da 26 mesi: chiudere la fabbrica napoletana. Agli operai offre il trasferimento allo stabilimento di Cassinetta di Biandronno (Varese) e incentivi all’esodo, ma intanto da oggi avvia i licenziamenti e per 75 giorni i lavoratori continueranno a percepire lo stipendio. Si materializza l’incubo degli operai, pronti a mobilitarsi. Dopo un’assemblea in fabbrica si spostano all’ingresso del carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove chiedono di incontrare il presidente del Consiglio Mario Draghi. Momenti di tensione nell’attesa dell’incontro del premier con i tre segretari territoriali di Fiom, Uilm e Fim: i lavoratori bloccano la statale Appia, cantando l’inno d’Italia. Alla fine la delegazione si dice rassicurata dalle parole del premier: «Per lui i licenziamenti sono un grave sgarbo istituzionale», riferiscono. Fiducia confermata da fonti di Palazzo Chigi: «Il governo vuole tutelare i diritti dei lavoratori ed è impegnato nel costruire alternative serie». Ma non si rinuncia a dichiarare guerra alla multinazionale: «L’avvio della procedura di licenziamento interrompe il dialogo – dice Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil – se Whirlpool mette in campo azioni offensive, sarà guerra».
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