Salvini, il ministro della propaganda che arranca sul decreto sicurezza.

In piena domenica di vacanze estive, proprio su quelle spiagge romagnole dove “Lui” andava in vacanza, il ministro dell’Interno cita il Duce: “Tanti nemici, tanto onore”; come se ogni giorno fosse buono per alzare la posta. Strizzando l’occhio al suo elettorato, mentre in altre occasioni sono le dichiarazioni sull’immigrazione a servirgli, come scrivono Carlo Bonini e Fabio Tonacci nel loro dossier, a “ingrassare la paura, carburante del suo consenso” e a “testare il grado di resistenza del sistema di garanzie costituzionali, la tenuta delle burocrazie della sicurezza, l’umore del Paese”.

Ora che alle parole devono seguire i fatti, quelli del “decreto Sicurezza” che presumibilmente arriverà a settembre, si avrà la misura “della forbice tra propaganda e governo”, e tra i due Matteo, quello a petto in fuori dei proclami e il Salvini che deve fare i conti con una materia complessa. Bonini e Tonacci spiegano come verranno applicati i punti del decreto (tra cui l’istituto della protezione umanitaria, i termini di detenzione nei Centri di permanenza e rimpatrio (Cpr), i nuovi presupposti per l’espulsione immediata). Con una constatazione: “È evidente come Salvini capovolga la prospettiva del governo dei flussi migratori. Anziché lavorare a monte, con i paesi di origine e con l’Europa per contenere i numeri di un fenomeno epocale, freneticamente traffica a valle per rendere impossibile la vita a chi, sulle nostre coste, comunque è già sbarcato o continuerà a sbarcare”. Come Marcel, protagonista della storia che ci racconta Franco Vanni: un giovane senegalese che sarebbe dovuto tornare in patria per la scadenza del suo permesso di soggiorno e invece, grazie alla solidarietà del paesino del mantovano in cui abita (con sindaco leghista) ora potrà depositare una nuova richiesta per restare.
Sul clima politico del Paese i risultati del sondaggio Demos-Coop analizzati da Ilvo Diamanti, non lasciano dubbi: la maggior parte degli italiani vuole l’uomo forte e i partiti sono oscurati da chi li guida (Salvini supera Di Maio). Un legame, nota ancora Diamanti, destinato necessariamente a generare instabiltà. (di Lara Crinò)

 

Fonte: La Repubblica, www.repubblica.it/