Rossana Rossanda la storia tra le righe dell’ultimo regalo

di Maria Cristina Carratù
C’è una sorpresa dentro la nuova edizione della Notte degli Archivi, iniziativa di valorizzazione degli archivi italiani quest’anno dedicata al tema # generazioni ( Cosa salvare di ciò che le precedenti hanno prodotto? Come stabilire connessioni? Come generare nuova vita da ciò che si conserva?), e collegata al festival Archivissima 2021 (4-9 giugno, info: archivissima. it), con la partecipazione dell’Archivio di Stato di Firenze e della soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana. Una sorpresa che porta il nome di Rossana Rossanda ( 1924- 2020), La ragazza del secolo scorso ( titolo del suo indimenticabile mémoire del 2005) capace, senza niente smarrire della propria, ben nota, attitudine critica, di ambientarsi nella inedita complessità del terzo millennio. Ex staffetta partigiana, storica dell’arte, giornalista, scrittrice, traduttrice, cofondatrice del Manifesto, parlamentare, fra le voci più alte della sinistra italiana e protagonista di una lunga stagione di intrecci fecondi fra impegno politico ed elaborazione culturale, Rossanda ha infatti donato il suo archivio personale di documenti all’Archivio di Stato fiorentino. Sei metri lineari di carte: testi manoscritti e dattiloscritti, note, appunti per articoli e interventi, una ricca corrispondenza con i fondatori del Manifesto, il gruppo del Pdup, le case editrici, i lettori, i compagni di militanza politica, i detenuti (terroristi compresi). E poi i fogli preparatori dei seminari e dei dibattiti sui tanti temi al centro dei suoi interessi, la condizione delle donne, la conciliazione vita- lavoro, le carceri, l’orizzonte del marxismo, e molto altro – e i dossier, sul caso Sofri, sui processi ai brigatisti. Tutto materiale già conservato nella storica sede del Manifesto in via Tomacelli e che ora «andrà catalogato e studiato, e messo in rapporto con quello presente alla Fondazione Feltrinelli», ha spiegato ieri la direttrice dell’ASFi Sabina Magrini, durante l’incontro in streaming organizzato dall’Archivio di Stato e dall’Archivio per la memoria e la scrittura delle donne presieduto da Rosalia Manno Tolu ( che opera in stretto rapporto con l’ASFi, dove ha sede, e destinatario iniziale del lascito testamentario), per presentare l’importanza acquisizione insieme a Manno Tolu, alla germanista Maria Fancelli dell’Università di Firenze, ai funzionari della soprintendenza archivistica toscana Sveva Pacifico e dell’ASFi Andrea Tanturli, e a Doriana Ricci, per 31 anni segretaria di Rossanda. « Un lascito che arricchisce la memoria collettiva a beneficio degli studiosi di oggi e di domani » , ha sottolineato Magrini, « una grande occasione per riflettere sugli archivi come specchio dell’attività, del pensiero, della militanza, dei valori, delle persone vissute in un’epoca storica, in questo caso il ‘ 900, e sul loro ruolo nella formazione delle generazioni successive » . Un dono che sorprende solo chi, della biografia della raffinata intellettuale mitteleuropea, nata a Pola, e vissuta sempre in giro («non so quante case ho cambiato… quante città e luoghi mai davvero miei » , scriverà), non consideri le intense frequentazioni che hanno legato Rossanda anche a Firenze, città amata da storica dell’arte, ma anche per via di varie amicizie, come quella con Maria Fancelli, che nell’84 l’aveva invitata ad un seminario di germanistica « facendole poi prendere l’abitudine di tornare». Un sodalizio che darà vita a quattro volumi tradotti e/o introdotti da Rossanda (già nel 45 traduttrice dal tedesco degli Aforismi sull’arte di Konrad Fiedler), e cioè La Marchesa di O., Il principe di Homburg, Pentesilea, di Von Kleist, e L’Inganno, ultimo racconto di Thomas Mann, editi per la Lum ( Letteratura Universale Marsilio) nella collana di classici tedeschi diretta dalla germanista fiorentina, e « legati ad alcuni dei temi kleistiani che più la interessavano » , la disobbedienza, il femminile, l’irriducibilità. Nel 2006 Rossanda visiterà quindi l’Archivio di Stato e l’Archivio per la memoria e la scrittura delle donne, a cui deciderà non a caso di affidare le proprie carte ( salvo concordare che se ne facesse istituzionalmente carico l’ASFi).
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