Da venerdì 8 a domenica 10 aprile prossimi si terrà a Roma, presso la Casa internazionale delle donne, la seconda edizione del «Quasi un festival…La lezione del 2020». Si tratta di un’iniziativa, avviatasi lo scorso anno, promossa da un gruppo di persone variamente collocate nell’area plurale della sinistra: https://www.lalezionedel2020.it/presentazione-2022/.
Una tre giorni costruita su 25 dibattiti, con la novità rispetto alla prima edizione di avvenire in sale analogiche e non solo digitali.
La pandemia non è finita, ma i rischi sono diminuiti. Con tutte le cautele del caso, ci si vuole riappropriare del confronto ravvicinato, consapevoli che il dialogo richiede la presenza fisica per poter essere compiuto. I mille Webinar degli ultimi tempi hanno evidenziato tante opportunità, ma pure i limiti della comunicazione virtuale.
Proprio dalla pandemia prese le mosse la manifestazione passata, vale a dire dalla necessità di comprendere i risvolti profondi o i non detti della vicenda del Covid. Un’opportunità, si sperava, per rilanciare la sfera pubblica contenendo l’onnivora presenza del mercato. Un rinnovato stato sociale contro il neoliberismo. Purtroppo, il bilancio non è positivo e di questo è indispensabile parlare, per evitare il rischio già evidente di una comoda rimozione.
Nel frattempo, si è appalesato il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), cui si erano affidate missioni che ci appaiono sostanzialmente eluse. Non solo. La guerra terribile in corso sembra azzerare la situazione, costringendo a rivedere l’ordine degli addendi.
La pace è al primo posto della riflessione: guai ad abituarsi al clima e al linguaggio della guerra.
Si prevedono quattro macrotemi: disuguaglianze, guerre, crisi climatica; la lotta alla sindemia, la cura verso le persone e il pianeta, il ruolo delle donne; la stagione del governo presieduto da Mario Draghi, l’inganno mediale, le linee industriali, il sud, i giovani nella cornice del Pnrr; l’Italia della e nell’alternativa, idee e relazioni sociali, reti e proposte.
https://www.lalezionedel2020.it/edizione-aprile-2022/.
Senza improbabili sintesi affrettate o il pigro ricorso agli slogan, l’iniziativa intende offrire materiali e ipotesi di lavoro su cui costruire dialoghi e ponti di collegamento. Per immaginare nuove soggettività politiche sono indispensabili e urgenti innovazioni coraggiose e creative negli approcci culturali.
Non si vuole suggerire qualche premessa per varare future liste elettorali. Il compito umile ma ambizioso del quasi festival è, se mai, quello di lanciare un allarme. Senza ripensare con serietà ai fondamenti e ai valori, confrontandosi con la complessità, non c’è prospettiva.