Renzi corteggia Berlusconi: molla Salvini e vieni con me.

 

A 15 giorni dalle elezioni regna la confusione
Il leader dem: sì a un’alleanza ma senza estremisti, Silvio snobba il Pd non l’ex premier. Serve un’operazione verità Il Cav e il segretario leghista disertano la manifestazione anti-inciucio organizzata dalla Meloni
Mentre Prada rivaluta l’estetica fascista, promuovendo con una mostra di immagini eloquenti l’infausto ventennio, cosa abbastanza stravagante, Matteo Renzi rivolge alla vigilia delle elezioni per il rinnovo del Parlamento, l’invito a Berlusconi a sganciarsi dalla Lega salviniana per unirsi al Pd allo scopo di formare un governo di larghe intese, o larghe offese, dipende dai punti di vista. Cosa ci sia di sincero in questa offerta non sappiamo, ma ne prendiamo atto. Probabilmente il segretario dem si è reso conto che il suo partito dalle urne non ricaverà più del 25 per cento dei consensi, per cui è consapevole che in solitudine non avrà una maggioranza che consenta di menare il torrone. Cosicché, fatti due calcoli, egli deve aver pensato: non posso allearmi con il Movimento 5 Stelle, non posso allearmi con i nordisti perché non mi vogliono e io non voglio loro. Pertanto non mi resta che corteggiare Forza Italia e tentare con il Cavaliere di prendere in mano le redini del Paese. Non è un progetto azzardato, visto che i due leader già alcuni anni fa avevano sottoscritto il cosiddetto Patto del Nazareno, poi saltato in aria per via del litigio sul presidente della Repubblica: il fiorentino scelse Mattarella mentre il brianzolo puntava su qualcun altro. Una lite cretina, ma decisiva per rompere l’accordo. Ora c’è da chiedere a Matteo e anche a Silvio: dato che vi piacevate tanto perché avete litigato su una simile stupidaggine? Non ce lo diranno mai. Però a questo punto devono confessarci che intenzioni hanno. Perché gli elettori non comprendono più nulla. Berlusconi, se va a braccetto con Renzi, non può continuare a camminare a fianco di Salvini e della Meloni, che odiano il famigerato inciucio, brutta espressione usata per definire un eventuale collaborazione tra Forza Italia e Pd. Serve chiarezza prima e non dopo il 4 marzo, altrimenti chi va a votare non è informato su quanto accadrà dopo lo spoglio. D’accordo che i grillini sono una minaccia per la stabilità, d’accordo che, stante il tripolarismo, è difficile immaginare la formazione di una maggioranza capace di dare vita a un esecutivo durevole, ma se, a due settimane dall’apertura dei seggi, le forze politiche non sono ancora in grado di dichiarare che diavolo suppongono di fare e di farlo con chi, è evidente che i cittadini sono spaesati e, nell’attimo di tracciare la croce sulla scheda, annegheranno nei dubbi. In conclusione, dobbiamo ipotizzare un centrodestra compatto nelle sue tre componenti oppure un suo smembramento finalizzato a stabilire un nuovo Patto del Nazareno? S’impone un altro interrogativo: che senso ha avuto rompere quello vecchio per farne poi una fotocopia? Mah! È vero che la prossima legislatura, come giustamente ricorda Renato Farina, non sarà sciolta agevolmente, perché nessun deputato e nessun senatore avrà voglia di andare a casa e di cominciare un’altra campagna elettorale, dato che è più semplice uccidere a schiaffi un elefante che svuotare un Parlamento appena insediato. Tuttavia gli italiani meritano un minimo di rispetto e bisogna dire loro che si intende fare per mandare avanti la baracca.
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