Oltre 70 mila i biglietti già prenotati o venduti con richieste da tutto il mondo, a ben sentire Mario De Simoni (presidente e ad di Ales-Scuderie del Quirinale), che prosegue fiero: “Si tratta forse della più grande mostra mai organizzata su Raffaello, certamente una delle più impegnative” e con “un progetto scientifico serratissimo, che trova la sua celebrazione in Roma, la città che consacra Raffaello”. Gli fa eco il direttore degli Uffizi Eike Schmidt: “Abbiamo deciso di mandare a Roma molte più opere del solito, dalla sua morte infatti non sono mai tornate così tante opere nell’Urbe”.

Le gallerie fiorentine, per l’occasione, presteranno oltre 50 opere tra cui la celebre Velata e la Madonna del Granduca, per un percorso espositivo che ne comprenderà più di 200, di cui oltre la metà saranno di Raffaello – messo a dialogo con altri grandi maestri a lui vicini – tra dipinti e disegni, per una raccolta di creazioni dell’urbinate mai viste al mondo in così gran numero tutte insieme. Il tutto, assicurato per un valore complessivo di 4 miliardi di euro: anch’esso record.

La mostra trova il suo innesco nel fondamentale periodo romano di Raffaello, che lo consacrò quale artista di grandezza ineguagliabile: come suggerisce anche il titolo che inverte le date di morte e nascita, è infatti un percorso à rebours, che si sviluppa cioè a ritroso dalla morte di Raffaello e dalla sua tomba monumentale proprio a Roma, qui ricreata per l’occasione espositiva. Altri capolavori presenti saranno la Santa Cecilia dalla Pinacoteca di Bologna, la Madonna Alba dalla National Gallery di Washington, il Ritratto di Baldassarre Castiglione e l’Autoritratto con amico dal Louvre, la Madonna della Rosa dal Prado.

Ma già al primo colpetto di tosse (o forse era solo uno schiarimento di voce), nessuno ha fatto finta di niente ed è bastata una domanda – oggi che in Lombardia i musei sono chiusi, come chiuso è il Duomo, sono sospese le lezioni all’università, negli studi televisivi dei programmi in diretta non c’è pubblico; e che il Veneto è isolato: soltanto questa settimana, rimanendo in tema di arte, l’apertura di ben due mostre è stata rimandata, e cioè La Quercia di Dante. Visioni dell’Inferno a Rovigo a Palazzo Roncalle e Jacques-Henri Lartigue. L’invenzione della felicità ai Tre Oci di Venezia – per spostare l’attenzione sul Coronavirus le cui conseguenze tangono anche il mondo dell’arte, dopo aver impoverito di buyer cinesi le sfilate milanesi della settimana scorsa.

Flettendo di poco il tono di festa per l’ambizioso progetto realizzato dopo tre anni di progettazione, De Simoni dichiara che al momento “il programma e l’apertura della mostra è confermato, ma siamo consapevoli che c’è il rischio di un rinvio”. Cosa fare in quel caso? “Una difficile ricanlendarizzazione della mostra perché i prestiti provengono da tutto mondo. Ma le ordinanze del ministero della Salute si impongono su tutto e tutti”. Tuttavia, un dato fa ben sperare De Simoni e noi con lui: “Non si registrano cali dei visitatori, tutt’altro. Soltanto ieri sono state registrate ben duemila prenotazioni”. Intanto, con una nota ufficiale, il Mibact annulla per il 1° marzo la tradizionale domenica dei musei gratis in tutta Italia: non solo al Nord, ma anche Sud e Centro.

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