Quotare Montepaschi.

di Fabrizio Massaro

Se oggi andrà tutto secondo programma, la Consob approverà il prospetto informativo su Mps. La riunione della commissione ha un ampio ordine del giorno ma il tema della banca senese dovrebbe essere esaurito così da consentire alla banca di ottenere la riammissione in Borsa già lunedì 23 (ndr. in agosto si era sperato di arrivarci entro fine settembre) . Se invece fosse necessario qualche limatura dell’ultima ora, tutto potrebbe slittare ancora di qualche giorno. Ma la strada è ormai in discesa per il ritorno del Montepaschi alla quotazione. Sarà in quel momento che si capirà quanto il mercato stima davvero un istituto ricapitalizzato per 8,1 miliardi e ripulito di 26 miliardi di crediti in sofferenza. Certamente sarà un valore lontano dagli 8,65 euro cui i vecchi obbligazionisti hanno visto convertiti i loro bond subordinati in azioni ma anche dai 6,49 euro versati dal Tesoro nell’aumento da 3,9 miliardi riservato allo Stato nell’ambito della ricapitalizzazione precauzionale. Le stime degli analisti sono attorno a 4,3-4,6 euro per azione. Quasi certamente ci sarà una grande volatilità nei primi giorni di assestamento. Una linea di chiarezza dovrebbe darla la terza trimestrale – con i primi conti dopo il salvataggio di Stato di inizio luglio – che però potrebbe essere approvata non nel consiglio della prossima settimana ma all’inizio di novembre. Ed è pressoché certo che informazioni preziose emergeranno dalle centinaia di pagine del prospetto, dense di avvertenze di ogni tipo. Serviranno a informare i nuovi azionisti ex risparmiatori delle potenzialità dei titoli ma anche dei rischi nel continuare a tenere le azioni anziché aderire all’offerta di scambio e transazione (leggi nelle schede su «I 10 anni che sconvolsero Siena») con nuovi bond garantiti per 1,5 miliardi massimi, che sarà avanzata tra pochi giorni dalla banca per conto del Tesoro. Più persone terranno quei titoli, meno lo Stato spenderà. Ma le attese sono per un’adesione massiccia. E non è detto che si possa distinguere tra risparmiatori ingenui – gli unici teoricamente ammessi allo scambio -, investitori avvenuti e fondi istituzionali. Ma per evitare di lasciare aperte partite delicate sotto il profilo giuridico – spiegano fonti a conoscenza del dossier – a Siena potrebbero preferire rimborsare tutti indistintamente.