Putin ha chiesto scusa. E già sarebbe una notizia di per sé. Per di più il leader del Cremlino ha usato quella strana parola, così desueta secondo i suoi canoni, con il premier israeliano Bennett. Le scuse si riferiscono alle parole pronunciate dal suo ministro degli esteri Lavrov a Rete4 canale della galassia Mediaset che l’ha ospitato fornendogli una tribuna, più che una serie di domande, dalla quale Lavrov aveva sciorinato le classiche teorie antisemite a partire da quelle sull’origine ebrea di Hitler. Dal Cremlino Putin ha chiamato Bennett scusandosi per quelle parole: meglio tardi che mai e auguri a Lavrov.
TEL AVIV HA GRADITO, come spiegato nella nota rilasciata al termine della telefonata: «Il primo ministro ha accettato le scuse del presidente Putin per le osservazioni di Lavrov e lo ha ringraziato per aver chiarito il suo atteggiamento nei confronti del popolo ebraico e della memoria dell’Olocausto».
Il comunicato del servizio stampa del Cremlino non conteneva questo aspetto ma altri, perché la telefonata tra Putin e Bennett ha dato un’altra notizia. Il leader russo ha infatti specificato, a proposito della situazione di Mariupol da settimane sotto assedio delle sue truppe, che «l’Ucraina dovrebbe ordinare ai combattenti assediati nell’acciaieria Azovstal di Mariupol di deporre le armi», aggiungendo che la Russia è ancora disposta a garantire un corridoio umanitario per lo sgombero dei civili dall’impianto.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva smentito che le truppe russe fossero entrate nell’acciaieria, al contrario di quanto sostenevano le autorità ucraine secondo cui sarebbero in corso violenti combattimenti.
E DA MARIUPOL le notizie continuano a essere frammentarie e come sempre in attesa di essere verificate. Ieri infatti il responsabile dei servizi umanitari delle Nazioni Unite ha spiegato che un nuovo convoglio dell’Onu era in viaggio verso le acciaierie Azovstal per cercare di evacuare i civili. Il convoglio dovrebbe arrivare dopo che le Nazioni Unite e la Croce Rossa avevano dichiarato martedì che più di 100 civili sono stati evacuati dai tunnel dello stabilimento di Azovstal, dove funzionari ucraini affermano, al contrario di Peskov, che continuano i pesanti combattimenti, alla città di Zaporizhzhia, controllata dall’Ucraina.
IN GIORNATA ZELENSKY aveva annunciato che 344 persone erano state salvate ed evacuate in una seconda operazione, sottolineando però la difficoltà di estrarre, letteralmente, dai bunker sotterranei i civili intrappolati. Un consigliere del presidente ucraino ha parlato dell’andamento della guerra (i russi continuano a bombardare un po’ ovunque focalizzando poi la parte più numericamente alta nel territorio del Donbass, ma sta raccogliendo alterne fortuna) ritenendo «improbabile» la possibilità che l’Ucraina lanci una controffensiva prima di metà giugno.
A QUEL TEMPO, SONO I CALCOLI di Kiev, l’esercito avrà già ricevuto molte delle armi promesse dagli alleati e ultimato addestramenti e preparativi per il loro utilizzo. Metà di giugno significa ancora un mese e mezzo di guerra difensiva, il che la dice lunga sulla considerazione di Usa e Gran Bretagna (i principali fornitori di armi di Kiev) riguardo la forza dell’esercito russo.
Tra l’altro, a questo riguardo, ha fatto piuttosto scalpore il rimprovero proveniente dalla Casa Bianca nei confronti del New York Times, reo di aver pubblicato una inchiesta dalla quale emergerebbe che l’intelligence americana ha contribuito in modo piuttosto diretto all’eliminazione di alcuni generali russi.
NELL’ARTICOLO, intitolato U.S. Intelligence Is Helping Ukraine Kill Russian Generals, Officials Say, gli autori dell’inchiesta ricordano come l’aiuto mirato dell’intelligence americana a Kiev dall’inizio del conflitto, «fa parte di uno sforzo riservato dell’amministrazione Biden per fornire informazioni sul campo di battaglia in tempo reale all’Ucraina».
Washington avrebbe quindi fornito all’Ucraina dettagli sui movimenti di truppe previsti dalla Russia e sulla loro posizione e altri dettagli sul quartier generale militare mobile della Russia. Secondo l’articolo l’Ucraina ha combinato questo aiuto con la propria intelligence per condurre attacchi di artiglieria e altri attacchi che hanno ucciso ufficiali russi. Il Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca ha accusato il New York Times di essere «irresponsabile» per aver pubblicato l’articolo, sostenendo che «forniamo informazioni sul campo per aiutare gli ucraini a difendersi, non per uccidere generali russi».
INFINE, IERI A VARSAVIA c’è stata la «conferenza dei donatori»: sei miliardi di euro raccolti utilizzati , secondo il governo polacco, «per sostenere l’Ucraina e tutti coloro che sostengono l’Ucraina». L’evento è ospitato congiuntamente da Polonia e Svezia in cooperazione con l’Ue. Presenti anche Finlandia e Ucraina.