Processo per i cazzotti Condannati 33 contradaioli.

di LAURA VALDESI RABBIA. Anche un pizzico di rassegnazione. Soprattutto la sensazione di non essere compresi. Questi i sentimenti prevalenti – dentro e fuori dall’aula – che ieri hanno fatto da contorno alle prime sentenze per oltre metà dei contradaioli accusati di rissa per i fronteggiamenti del Palio di agosto 2015. Trentatré le condanne per chi ha scelto di patteggiare oppure il rito abbreviato. Più due assolti. Tutti gli altri affronteranno invece il processo. Perciò il 7 marzo gli avvocati torneranno in aula per conoscere il giudice che seguirà questa seconda tranche della vicenda e la data della relativa udienza d’avvio. Pioggia ghiacciata ieri alle 9 quando i contradaioli hanno iniziato ad affluire a palazzo di giustizia. Il priore della Torre Pierluigi Millozzi era già lì, insieme ai vicari e a rappresenti dello staff Palio. Numerosi anche gli ondaioli, accanto agli imputati del Valdimontone, al terzo piano, il priore Simone Bari e il vicario Alberto Carniani. Nonostante i nicchiaioli abbiano scelto di fare il processo per cui l’udienza di ieri non li riguardava, c’era anche l’onorando dei Pispini Marco Fattorini quando il giudice Silvia Romeo ha fatto l’appello degli imputati presenti. Mentre era forte in molti l’amaro perché consapevoli che si stava scrivendo un capitolo doloroso della storia della Festa. Di quelli destinati a lasciare il segno. Sei le richieste di patteggiamento dell’avvocato Fabio Pisillo che assiste i montonaioli, 11 invece quelle del suo collega Alessandro Betti che difende i contradaioli di Malborghetto. A cui si aggiungono due torraioli (anche per loro Daniele Bielli chiede il patteggiamento) ed un altro nome dei Servi, assistito però dall’avvocato Alessandro Notari. A questi 20, per i quali si domanda che la pena pecuniaria a cui il pm Aldo Natalini ha dato il consenso non venga sospesa, si aggiungono i contradaioli che hanno scelto la strada del rito abbreviato. Tredici, tutti di Salicotto. Ad essi si sommano un ex vicario dell’Onda e un montonaiolo per il quale il difensore Remo Alfisi ha chiesto tale rito ma condizionato alla visione del filmato e all’ascolto dell’imputato. Alle 10 il puzzle delle posizioni è composto. «Alle 13,30 mi pronuncerò per tutti», annuncia il giudice Silvia Romeo invitando ad uscire dall’aula chi ha patteggiato e gli altri che non hanno diritto a restare. Mentre chi fa l’abbreviato si trasferisce nella stanza accanto. E’ qui che viene proiettato il video della questura con le immagini dei fronteggiamenti Nicchio-Valdimontone e Onda-Torre. Dura oltre venti minuti, le immagini a volte sono le stesse ma prese da visuali diverse. Poi si torna in aula ma l’udienza prosegue a porte chiuse. Il pm Natalini chiede l’assoluzione sia per l’ex vicario dell’Onda (emerge che era andato a dividere, quello il suo compito) che per il montonaiolo difeso da Alfisi. Per tutti gli altri torraioli la condanna, concedendo le attenuanti generiche poiché il movente è stato la cosiddetta ‘appartenenza’ alla Contrada. Gli fa da contraltare l’avvocato dei 13, Bielli appunto, che parla oltre un’ora invocando la non punibilità per la tenuità del fatto. Dopo un’ora di attesa, puntualissima alle 13,30, la sentenza: condannati a 150 euro di multa (tranne uno, che pagherà 300) i 7 del Montone che hanno patteggiato, idem i due della Torre, più gli undici dell’Onda. Per gli altri 33 imputati, come detto, ci sarà il processo.

 

 

Fonte: La Nazione Siena: www.lanazione.it/siena