Processo Banca Etruria le parti civili salgono a 2500 Ieri si è aggiunta Arezzo.

MAURIZIO BOLOGNI
Si allunga la lista delle parti civili al processo per bancarotta contro 22 ex amministratori e sindaci revisori di Banca Etruria, tra cui i due presidenti Giuseppe Fornasari e Lorenzo Rosi. Ieri, davanti al gup del Tribunale di Arezzo si sono costituiti anche i Comuni di Arezzo e quello di Castiglion Fibocchi, oltre al liquidatore della Banca Giuseppe Santoni, che lunedì ha avviato a Roma l’azione di responsabilità civile per 576 milioni contro 37 ex vertici (tra questi anche Pierluigi Boschi, padre del sottosegretario alla presidenza del consiglio Elena, che non è invece coinvolto nel processo penale). Ad Arezzo è poi salito da 1.508 a 1.531 il numero degli ex sub obbligazionisti assistititi da Federconsumatori, che chiedono i danni morali dopo aver ottenuto dal Fondo il ristoro dell’80% dell’investimento perso, se ne sono aggiunti 40 toscani patrocinati da Confconsumatori, altri ancora. In totale le parti civili sono salite a 2.500.
Nell’udienza di ieri il Gup ha riunito quattro tronconi del procedimento e rinviato al 2 novembre. E i risparmiatori promettono di affondare altri colpi. Federconsumatori sta preparando il patrocinio per gli obbligazionisti subordinati che stanno per attivare gli arbitrati, non avendo avuto i requisiti per richiedere il ristoro al Fondo risoluzione. E valuta, con l’assistenza dell’avvocato Massimo Aragiusto e del consulente Luca Bagnoli, la possibilità di chiamare in causa la società di revisione contabile del bilancio di Banca Etruria, PriceWaterhouse-Coopers, per i danni sopportati dai sub obbligazionisti ma anche dagli azionisti. L’udienza di ieri ad Arezzo è stata segnata dal “corto circuito” tra i magistrati aretini e i mass media. Se il codice di procedura penale stabilisce che le udienze preliminari si svolgano in camera di consiglio, cioè a porte chiuse, i giudici della città toscana sono infatti andati oltre: ai giornalisti è stato vietato l’ingresso in tribunale, che è un luogo pubblico dove la giustizia, come ha detto proprio l’altro ieri la presidente della corte d’appello Margherita Cassano, deve essere una casa di vetro. Immediate le proteste dell’Ordine dei giornalisti della Toscana e della Associazione stampa. Il presidente dell’Ordine Carlo Bartoli ha deplorato il fatto che il tribunale abbia confinato i giornalisti al di fuori dal perimetro del palazzo, a distanza non solo dall’aula di udienza ma anche dal luogo in cui i risparmiatori che hanno perduto i loro averi stavano manifestando. Il presidente dell’Associazione Stampa Sandro Bennucci si è appellato al ministro della giustizia Andrea Orlando. I cronisti sono stati ammessi nel palazzo solo al termine dell’udienza su Banca Etruria.
Fonte: La Repubblica, www.repubblica.it/