Rappuoli: «Per la fine del 2021 il virus sarà sotto controllo»
Mauro Bonciani
Speranza e concretezza. Dalla consegna del Pegaso d’oro — massima onorificenza della Regione Toscana — allo scienziato Rino Rappuoli e al presidente di Toscana Life Sciences, Fabrizio Landi, arriva questo messaggio. Speranza perché nel 2021 la pandemia potrebbe essere sotto controllo grazie a farmaci e vaccini; concretezza perché una delle armi nella lotta al Covid nasce proprio grazie a Rappuoli e alla sua intuizione di utilizzare gli anticorpi come farmaco.
La cerimonia della consegna dei Pegaso si è svolta a Palazzo Strozzi Sacrati senza la presenza del team di ricercatori coordinato da Rappuoli e che lavora a Tls proprio a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia e se il governatore Eugenio Giani ha sottolineato l’emozione e l’orgoglio per la soluzione made in Tuscany, è stata una giornata particolare anche per Stefano Scaramelli, vice presidente del Consiglio regionale, contagiato numero 104 in Toscana dal Covid e uno dei volontari che ha donato il suo plasma, il cui anticorpo è uno dei tre selezionati dai quali è stato scelto il «super anticorpo» che se tutto andrà bene sarà avviato alla produzione industriale.
Ma i riflettori sono stati tutti per Rappuoli, microbiologo, uno dei padri dei vaccini moderni, esperto di anticorpi, direttore scientifico e responsabile dell’attività di ricerca di Gsk Siena e coordinatore del Mad Lab di Tsl dove è stato isolato e sviluppato l’anticorpo monoclonale Mad004j08 di cui Menarini sta per consegnare le prime 1.500 dosi necessarie per avviare la sperimentazione clinica sull’uomo, dopo quella positiva in vitro e sugli animali. «Tutto è iniziato a febbraio ed era già chiaro che il primo farmaco che sarebbe stato possibile avere erano gli anticorpi — ha raccontato — e noi aveva da gennaio operativo il laboratorio, con personale e risorse. In un giorno abbiamo deciso di lasciare il lavoro precedente sulla resistenza agli antibiotici di virus e batteri per il dovere morale di combattere il Covid. Per mettere su il laboratorio ho chiesto la disponibilità di Tls, che ha detto subito sì, e mi sono messo a caccia di talenti; così dopo 15 anni all’estero, è tornata Claudia Sala, oggi responsabile del Mad Lab, e poi Emanuele Andreano, quindi tanti giovani italiani che così non vanno altrove e alcuni stranieri, una iraniana, una russa, una persona dall’Argentina. Un team di 18 persone in tutto. E grazie a quanto la Regione ha investito in Tls, nata nel 2006, oggi vi lavorano 400 persone, così come nella Gsk quando ho iniziato a lavorarvi, molti anni fa, eravamo 200 ed oggi siamo 2.500: la ricerca produce lavoro, specie per i giovani, salute e sviluppo».
Concetto ribadito da Fabrizio Landi, presidente di Fondazione Toscana Life Sciences: «Abbiamo dimostrato che da Siena, da una realtà piccola rispetto ad altre, ce la possiamo giocare con tutti. Non solo con competenze, ma anche attraendo cervelli, con un ecosistema favorevole alla ricerca, con un partner industriale del calibro di Menarini, primo gruppo farmaceutico italiano, che ha sede proprio a Firenze. La Toscana non è solo moda o food, è anche il settore farmaceutico, che a Siena con i suoi attuali 5 mila posti di lavoro qualificati ha rimpiazzato quello che rappresentava per la città e il lavoro il Monte dei Paschi prima della sua drammatica crisi».
«Se non investiamo in ricerca saremo un Paese di serie B, se investiamo in ricerca saremo un Paese di serie A», ha sottolineato Rappuoli che poi sul progetto che gli è valsa il Pegaso ha spiegato: «È chiaro che noi stiamo facendo ricerca e sviluppo, e in questo settore bisogna sempre sapere che i fallimenti e i ritardi sono possibili ma cerchiamo di evitarli e le nostre previsioni sono di avere questo anticorpo monoclonale pronto per l’uso a marzo 2021. Poi prevediamo di fare qualche milione di dosi l’anno negli stabilimenti di Menarini. Questo inverno sarà difficile — ha continuato — perché non avremo né vaccini, né anticorpi monoclonali, ma se ci comportiamo bene lo passeremo in un modo decente. A iniziare dai primi mesi del 2021 cominceremo ad avere vaccini, anticorpi monoclonali, che nei secondi sei mesi del 2021 saranno a disposizione in grande quantità: se tutto va come previsto per la fine del 2021 metteremo sotto controllo la pandemia. Il virus non scomparirà, ma la situazione si normalizzerà e un’infezione da Covid non farà più notizia».