Pd, tre consiglieri disertano il vertice «Nel gruppo solo una resa dei conti» Bufalini, Nesi e Porcellotti non saranno all’incontro con Mazzeo.

di ORLANDO PACCHIANI
NUOVA grana in casa Pd, dove domani è (sarebbe) in programma la riunione del gruppo in consiglio comunale alla presenza del vice segretario regionale Antonio Mazzeo, per discutere della situazione di stallo dopo le dimissioni di Carolina Persi a inizio giugno. A complicare le cose, in un quadro già abbastanza contorto e senza l’ombra di una soluzione condivisa, arriva ora il clamoroso strappo dei tre consiglieri Stefania Bufalini, Federico Nesi e Gianni Porcellotti, legati all’area Scaramelli. «Pur apprezzando l’interessamento di Mazzeo – annunciano – non saremo presenti all’incontro. Non sentiamo la necessità di partecipare a quella che risulta assai difficile non interpretare come una sorta di resa dei conti tra colleghi, che in questi anni hanno rappresentato all’interno del gruppo Pd una componente ben identificata».
UNA PRESA di distanza netta, anche se non comporterà ulteriori passi formali: «Da ora fino alla fine del mandato – affermano Bufalini, Nesi e Porcellotti – continueremo comunque a lavorare in coerenza con le nostre idee, come sem
pre abbiamo fatto all’interno del gruppo. Ma per il resto, possono continuare a cantarsela e suonarsela come fatto finora».
Parole che testimoniano una certa insofferenza per come si è sviluppato il lavoro in Comune. «Siamo stati abituati in questi anni, anche se in realtà non riusciamo ancora ad abituarci del tutto – proseguono i tre consiglieri Pd -, a vedere considerati di più i posizionamenti all’interno del gruppo, rispetto e a discapito di un confronto aperto e capace di sapersi ascoltare e rispettare, per poter interpretare e svolgere al meglio il nostro ruolo di consiglieri».
CONSEGUENZE di questo gesto? All’atto pratico gli altri dieci consiglieri possono tranquillamente scegliere un nuovo vertice (o confermare Persi per i pochi mesi che restano). Ma certo un gruppo diviso almeno in tre sottofazioni è la dimostrazione plastica di quanto sia difficile trovare linee comuni dentro il Pd.
A sciogliere in qualche modo gli intrecci arriverà, a ottobre, il congresso cittadino, che diventerà una bussola anche per le amministrative del prossimo anno. Ma gli ultimi mesi di mandato, considera
te anche le crescenti tensioni con Siena attiva e gruppo misto (quindi Articolo 1-Mdp), diventano sempre più un’incognita per Valentini e per i suoi desideri di approvare tanti atti, compresi quelli delicatissimi su urbanistica e mobilità. La decisione sulla sua ricandidatura sarà determinante: con un sì potrà provare a giocare molte partite, con un no la corsa sarà di fatto conclusa in anticipo.

NAZIONE Siena 17luglio2017