Pd e 5S, si tratta su tre regioni. In Campania avanza Costa

«Sono un operativo, sono concentrato sulla diminuzione dei roghi tossici. Quello che devono fare gli altri lo facciano gli altri»: è la risposta, ieri, del ministro dell’Ambiente Sergio Costa ai giornalisti che gli chiedevano della sua candidatura targata 5 Stelle a governatore della Campania, a margine dell’incontro in prefettura a Napoli sul tema Terra dei fuochi. Questa settimana Articolo 1 e Italia Viva hanno appoggiato l’appello del Pd ad avviare un tavolo programmatico con i pentastellati per formalizzare l’alleanza in vista delle elezioni regionali campane, che dovrebbero tenersi a metà maggio.

GIOVEDÌ SCORSO ne hanno parlato lo stesso Costa e il ministro dem Dario Franceschini, entrambi a Napoli per il vertice tra Italia e Francia. Nelle stesse ore, a Roma, ne discutevano anche il capo politico reggente del Movimento, Vito Crimi, e il vicesegretario dem Andrea Orlando. La tornata elettorale di primavera avrà sicuramente un impatto sul governo, bloccare il centrodestra è una priorità per entrambi gli alleati della maggioranza. A Roma i vertici dei due partiti stanno cercando un accordo più ampio che coinvolga tre territori.

IN PUGLIA L’USCENTE Michele Emiliano è deciso a correre a ogni costo e anche la Toscana non rientra nel perimetro in discussione. Tra Pd e Movimento 5 Stelle si cerca una quadra in Liguria, Marche e Campania. L’accordo verrebbe poi replicato anche per i comuni al voto e, in caso di vittoria, spianerebbe la strada alle tornate elettorali dell’anno prossimo, con amministrazioni come Napoli, Roma e Torino alla prova delle urne. I pentastellati sono decisi a rivendicare la casella della Campania con Sergio Costa candidato presidente della regione. Un nome che ha ricompattato il Movimento, dal gruppo fedele a Luigi Di Maio fino all’anima progressista che fa capo al presidente della camera Roberto Fico. «Del resto – è il ragionamento dei 5S – lo stesso Pd ci ha sempre ribadito la stima per il ministro dell’Ambiente». Il segretario del Pd di Napoli, Marco Sarracino, martedì ha fatto un appello perché entro la prossima settimana ci si sieda al tavolo per chiudere l’accordo: «La partita è a Roma – spiegano dal Movimento -, se Crimi dà il via libera siamo pronti a discutere di temi e programmi».

DAL LATO DEM SI CERCA di ragionare in termini di interesse generale: il partito, dopo anni di fortissimo calo, è in ripresa a Napoli e le elezioni suppletive del 23 febbraio (vinte da Sandro Ruotolo) sono state lette come un segnale positivo che certifica il maggior peso democrat rispetto al Movimento. Visto da Napoli, il patto con i 5 Stelle si doveva chiudere su un candidato civico ma di area dem. Tuttavia, in nome di un accordo nazionale con riflessi sul governo, il partito locale non farebbe le barricate. Anche perché Costa è una personalità riconosciuta che dialoga con il mondo civico vicino al Pd e, soprattutto, in grado di giocarsela con il centrodestra che, per ora, i sondaggi danno in vantaggio. E il governatore uscente dem Vincenzo De Luca? Al partito sono pronti a ragionare di compensazioni, includendo nella partita anche il figlio Piero, deputato alla sua prima legislatura.

ANCHE SINISTRA ITALIANA, ieri, ha accolto la proposta di avviare un tavolo programmatico sulle regionali con i 5S chiedendo, però, di includere anche «chi come Dema (il movimento del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, ndr) ha contribuito all’elezione di Sandro Ruotolo». Il sindaco martedì ha incontrato a Roma Nicola Zingaretti ma il Pd locale non ha messo il dialogo con Dema in cima alle priorità, anche per agevolare l’accordo con i pentastellati. Perché se è vero che de Magistris ha un’interlocuzione con Fico, ha invece rapporti molto tesi con i gruppi 5 Stelle al comune e alla regione.

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