«Nessuna statistica, questa è l’economia delle mance in nero».

Il professor Aiello: il turismo mordi e fuggi

non si può eliminare, ma di certo sostituire

Giulio Gori

 

«Le percentuali delle vendite dei negozi ai tour operator? Il fenomeno lo conosciamo, ma, visto che per lo più si tratta di transazioni in nero, non abbiamo statistiche. Altrimenti saremmo poliziotti, non studiosi di economia». A parlare è il professor Gaetano Aiello, direttore del dipartimento di Scienze per l’economia e l’impresa e ordinario di Economia e gestione delle imprese all’Università di Firenze.

Professore, si possono frenare il turismo mordi e fuggi e le sue conseguenze peggiori?

«Firenze deve attrarre quantità significative di turisti per far funzionare la sua economia e le nuove nazioni, Cina e Corea, sono una fonte importante. I visitatori che arrivano con i torpedoni e non entrano neppure nel Duomo per stare ore nel negozio sono un fenomeno deleterio. Quei flussi però non vanno cancellati, ma sostituiti con un turismo di qualità».

E come è si può?

«Non tutto dipende dagli operatori locali, chi decide è il turista: se è consapevole, se è interessato all’arte, è lui a dire alla guida che vuole vedere la chiesa e non il negozio. Per questo serve far conoscere Firenze nei nuovi Paesi, presentare la città per quello che è, una città d’arte. Shopping e buona cucina non possono essere i temi principali».

Col marketing si può davvero sfilare il potere dalle mani dei tour operator, in favore della scelta individuale?

«La Cina sta cambiando, ma molti sono al primo viaggio in Europa. La Corea è un Paese attento alla cultura. Ma c’è da lavorare su questo».

Ma facendo nuova promozione, per quanto di qualità, non c’è il rischio di una ulteriore invasione?

«Ma non puoi eliminare un’enorme fetta di turismo, senza prima sostituirla con un’alternativa di qualità. Altrimenti nel frattempo il ristorante si svuota e chiude. Una volta promossa l’immagine giusta puoi inseguire l’effetto di sostituzione, mettendo i disincentivi a ciò che è deleterio».

È possibile disincentivare l’ingresso dei torpedoni in città?

«Ci sono città in cui è stato fatto: in Francia, Aix en Provence non fa entrare i pullman. I parcheggi sono distanti e quindi arriva solo il turista motivato. Che, impiegando del tempo per arrivare a destinazione, non potrà restare solo mezza giornata e magari sarà “costretto” a fermarsi».

Resta il problema della concentrazione del profitto nelle mani di pochi.

«Sì, un esempio è la rendita sui banchi degli ambulanti, concentrata tra pochi proprietari, ma servono norme nazionali, più che locali. Pensiamo anche ai prodotti che i banchi vendono. Di nuovo, non si può chiedere che un ambulante elimini i prodotti a basso costo, altrimenti chiude. Ma si può ad esempio imporre che una percentuale della merce sia di qualità. E si può anche usare il web per ideare cacce al tesoro sui prodotti degli artigiani, della tradizione, tra i musei, le chiese».

Internet può difendere la qualità?

«Serve che Firenze bussi alla porta di Google. Sarà pure un gigante, ma se Firenze si facesse avanti, sono certo che risponderebbe».

 

Venerdì 19 Ottobre 2018-Corriere Fiorentino. https://corrierefiorentino.corriere.it/