“In tal modo, rischiano addirittura di violentare il destino e la ricezione del lavoro di artisti come Picasso o Dalì che vengono trattati alla stregua di marchi da usare. …
La Picasso Administration o la Fundacion Dalì di Figueres sono questo: aziende che, per servirci delle parole di Marc Fumaroli, non agiscono da istituzioni autorevoli, ma tendono a “conformare la valutazione delle cose dello spirito a quella in uso per i prodotti”. Trattando l’arte non come un bene “attinente alla collettività planetaria, oltre che a quella nazionale e locale”, ma come una merce che può essere alienata, scambiata e, talvolta, addirittura venduta”.
Tomaso Montanari, Vincenzo Trione: Contro le mostre, Einaudi 2017 pag. 15