Mps, la lista dei 107 debitori Bankitalia: frode degli ex vertici.

Il Tesoro designa il nuovo consiglio: confermati Morelli e Falciai

Andrea Ducci

 

ROMA Le cifre sono impietose. Al punto da restituire in modo istantaneo le dimensioni della crisi di una delle banche più antiche del Vecchio Continente. «I crediti deteriorati di Mps hanno generato perdite nell’ultimo decennio per circa 26 miliardi». A fornire i dati è Carmelo Barbagallo, capo della vigilanza di Bankitalia, davanti ai parlamentari della commissione di inchiesta sul sistema creditizio. Il gorgo nelle attività di Mps «ha contribuito a determinare, nel decennio considerato, un valore negativo del risultato di esercizio netto cumulato pari a circa 14 miliardi, fatto che ha sostanzialmente — spiega Barbagallo— frustrato i diversi tentativi di ricapitalizzazione». Un punto fermo nella ricostruzione del capo della vigilanza di Via Nazionale, giunto alla sua terza audizione in commissione, a cui va ad aggiungersi la responsabilità giocata, durante la crisi, da parte della Fondazione che controllava la banca. Il giudizio di Bankitalia è netto: «ha inteso mantenere a lungo, anche quando non ce ne erano più le condizioni, una posizione di dominio comunque di rilievo, erodendo il proprio patrimonio e indebitandosi». Un corollario, insomma, che spinge Mps fino a un punto di non ritorno nel biennio 2009-2010: quando la banca si ritrova con un picco di 160 miliardi di crediti. Barbagallo comunica anche dati più aggiornati, indicando che alla fine del 2016 la banca aveva crediti deteriorati riconducibili a «quasi 190 mila debitori, i prenditori che hanno ricevuto prestiti singoli superiori a 25 milioni sono 107, il 12,7 % per cento del credito deteriorato totale».

Peraltro l’elenco dei cento principali debitori inadempienti con l’istituto sarà consegnato al presidente della Commissione Pier Ferdinando Casini dagli attuali vertici di Mps. L’ad Marco Morelli e il presidente Alessandro Falciai sono, del resto, attesi oggi in audizione. Il loro intervento, a valle di quello di Barbagallo, dovrà misurarsi anche con quanto riferito da quest’ultimo a Palazzo San Macuto. Il quadro di riferimento di Bankitalia indica, per esempio, che le perdite di Mps non sono tutte imputabili all’operazione Antonveneta e che quell’acquisto «era alla portata» di Mps, così come che la crisi è stata amplificata da «comportamenti gravi e fraudolenti» da parte degli ex vertici della banca.

Intanto proprio sul tema vertici il Ministero dell’Economia ( neo azionista di maggioranza con una quota del 68% ) ha depositato le liste per il rinnovo del cda. Confermati alla guida sia Morelli sia Falciai.

Giovedì 23 Novembre 2017 Corriere della Sera.

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