Mps, Giorgetti: «Unicredit? Le idee sono tante…»

Il ministro in visita a Siena apre ad altre possibilità: «Ne parlerò con Draghi»

Aldo Tani

 

siena

Unicredit non a tutti i costi. Uno slogan ormai caro alla politica schierata, che però adesso è stato fatto proprio anche da Giancarlo Giorgetti. Il ministro dello Sviluppo economico non lo ha detto apertamente, ma un membro del governo che parla di alternative su Mps è un fatto inedito. «Ci sono tante idee, dopodiché bisogna vedere quali siano quelle praticabili perché il contesto di regole e di impegni è particolarmente gravoso», ha sottolineato Giorgetti, in visita a Siena per un tour con il candidato del centrodestra alle Suppletive Tommaso Marrocchesi Marzi, aggiungendo poi che «ne parlerò con Draghi sicuramente». Per quanto riguarda i tempi, il ministro ha spiegato: «Ci sono le date che ha chiesto l’Europa (aprile 2022, ndr ), poi bisogna vedere quello che si può fare».

Sembra passato un secolo dall’intervento in Parlamento del ministro Daniele Franco, chiamato in audizione dopo la mossa di Unicredit per accaparrarsi alcuni asset di Rocca Salimbeni. Allora, la strada verso piazza Gae Aulenti sembrava l’unica percorribile per consentire al Tesoro di uscire da Montepaschi, e per certi versi lo è ancora oggi, e da quel giorno nessuno rappresentante dell’esecutivo si è espresso in direzione contraria. Lo ha fatto la politica, sia a destra che a sinistra, chiedendo tempo allo Stato per vagliare tutte le opzioni. E lo stesso avevo messo nero su bianco il sindaco di Siena, Luigi De Mossi, inviando per la terza volta una lettera al premier Draghi a «guardare oltre Unicredit».

L’apertura di Giorgetti, per altro, fa da cassa di risonanza al progetto del suo compagno di partito, il segretario Matteo Salvini, che di piazza in piazza non perde occasione per rilanciare per Mps l’idea di un terzo polo bancario, tramite un aggregazione di banche di medie dimensioni. «La politica deve guardare avanti con una visione di sistema — aveva affermato qualche giorno fa il leader della Lega —. Le risorse pubbliche, sacrosante, spese per salvare Mps non vanno intese come una sorta di ammortizzatore sociale mascherato, ma come un investimento per il futuro, per creare un polo bancario a forte vocazione territoriale, con l’aggregazione degli asset sani di altri istituti come Carige, Banca Popolare di Bari, Bper. Questa operazione costerebbe allo Stato molto meno della cessione di Mps a Unicredit».

Poi c’è la realtà, che dice come lontano dai riflettori la partita sia soprattutto dei tecnici. Calcolatrice alla mano e freddi numeri .

 

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