Mps, aumento da 415 milioni per la corporate bank.

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Un’altra tegola per Banca Monte dei Paschi . Oltre alla necessità di lanciare un aumento di capitale da 3 miliardi di euro, per far fronte alla maxi perdita del 2014 da 5,3 miliardi di euro, la banca senese dovrà sostenere la ricapitalizzazione obbligatoria della sua controllata Mps Capital Services.

La corporate&investment bank di Rocca Salimbeni, secondo quanto appreso da milanofinanza.it, dopo aver archiviato lo scorso esercizio con un rosso di 587 milioni di euro (rispetto a un saldo positivo di 48,6 milioni del 2013) è costretta ora a coprire l’ammanco dando fondo a gran parte delle riserve a disposizione e subito dopo a ripatrimonializzarsi in maniera sensibile.

In particolare, Mps Capital Services il prossimo 13 aprile (il giorno successivo in seconda convocazione) chiederà alla capogruppo presieduta da Alessandro Profumo e guidata dall’ad, Fabrizio Viola, di fare uno sforzo imponente da 414,65 milioni di euro, ovvero il controvalore nominale dell’aumento che dovrà lanciare per arrivare a un capitale sociale di 691 milioni (attualmente la soglia è a 276,4 milioni).

L’operazione prevede l’emissione di 1,337 miliardi di azioni ordinarie di Mps Capital Services a un prezzo di emissione di 0,31 euro per azione. E’ ipotizzabile che sarà la stessa banca capogruppo a garantire l’intero ammontare della ricapitalizzazione a meno che i vertici di Rocca Salimbeni non decidano di valorizzare la corporate&investment bank cercando alleati ed eventuali altri compratori.

Anche perché, come da tempo si sostiene sul mercato, l’istituto senese in vista del maxi aumento finirà per essere uno dei protagonisti del tanto atteso risiko bancario italiano. Più volte si è accostato al nome di Mps quello di Ubi. Ma l’istituto potrebbe essere oggetto d’interesse dei colossi esteri, francesi o spagnoli.

Nel 2014 l’attività di Mps Capital Services ha visto la concessione di nuovi finanziamenti per un ammontare di 399 milioni, il 42,2% in meno rispetto all’anno precedente.