Maurizio Bologni
Protesta il sindacato della banca: “Cifre incompatibili con la crisi in atto”
Banca Mps sta per varare un accantonamento di azioni proprie per un valore fino a 18 milioni di euro da utilizzare per remunerare l’eventuale buonuscita di dirigenti. E la cosa irrita il sindacato. La stessa Banca Mps, da un altro lato, dice no alla richiesta dei piccoli azionisti di deliberare un aumento di capitale riservato ai dipendenti del gruppo. E la cosa irrita i piccoli azionisti. Affiorano così due “frizioni convergenti” alla vigilia dell’assemblea ordinaria della Banca che approverà il bilancio 2017.
La questione del milionario accantonamento a fini di buonuscita è sollevato da una nota diffusa ieri da Cgil- Fisac, First- Cisl, Uilca, Fabi e Unisin per chiedere alla governance della Banca di mettere al sicuro Mps da attacchi speculativi e mediatici. « Chiediamo al Ministero dell’Economia – si legge inoltre nella nota – di esercitare il proprio ruolo di azionista di maggioranza anche riguardo al piano di utilizzo di azioni proprie (cosiddetto Severance) in delibera nella prossima assemblea degli azionisti, figlio di retribuzioni e contratti con clausole di salvaguardia inaccettabili, a maggior ragione perché incompatibili sia con l’attuale situazione della Banca e alla luce dei sacrifici economici che i lavoratori sostengono da anni». La delibera di Mps è determinata dalla disposizione per cui l’eventuale buonuscita ai dirigenti licenziati si paga in parte in azioni della Banca, cosa positiva perché lega il compenso ai risultati di gestione che influiscono sul valore del titolo. Quel che allarma il sindacato sono però le dimensioni dell’operazione “preparatoria” che la Banca sta per varare. « Mps – spiega un sindacalista – si accinge ad accantonare fino a 6 milioni di azioni proprie, per un valore attuale di quasi 18 milioni di euro, destinati a buonuscite di valore complessivo potenzialmente doppio, facendo temere future elargizioni ai dirigenti che sono inammissibili mentre si continuano a chiedere sacrifici agli impiegati».
Altra questione la richiesta a Mps dell’Associazione dei piccoli azionisti di procedere – in base a quanto consente la legge – ad un aumento di capitale per riservare ai dipendenti del gruppo una quota totale dell’1-2%, con sconto del 25% sul prezzo di Borsa, agevolazione fiscale e vincolo a detenere le azioni per almeno tre anni. Un misura « motivazionale » e volta a creare la fiducia dei dipendenti verso la Banca, la definisce l’Associazione, capace di far godere gli addetti di un risanamento a cui hanno contribuito e di compensarli di quanto hanno perso in passato in qualità di soci. La presidente di Mps Stefania Bariatti ha respinto la richiesta. «Al momento – si legge in una sua lettera – non è ipotizzabile alcuna operazione al di fuori del Piano di ristrutturazione che, ad oggi, non prevede alcuna ipotesi di aumento di capitale, neppure a servizio dei dipendenti. Un aumento di capitale – magari a condizioni agevolate – per i dipendenti, nonostante l’indubbia valenza di tale soluzione, aumenterebbe le difficoltà a rispettare gli attuali rigidi vincoli imposti dalla Commissione Europea al momento dell’ottenimento degli aiuti di Stato».