Betori, affondo contro la città-vetrina E un appello a fare le grandi opere

Il cardinale: «Imprese tarpate da infrastrutture inadeguate, abbiamo bisogno di progettualità»

Mauro Bonciani

 

L’Immacolata è una festa sempre sentita a Firenze — città mariana per definizione e tradizione — e il cardinale e arcivescovo Giuseppe Betori da tempo in questa solennità affronta temi importanti per il capoluogo di regione e per i credenti. E quest’anno non ha fatto eccezione, parlando della necessità di infrastrutture per non «tarpare le imprese» nell’omaggio alla Madonna del Bigallo e criticando, nell’omelia in Santa Maria del Fiore, la Regione per la decisione di distribuire gratis preservativi, le «proposte al ribasso» . Nonché sottolineando che i cristiani non possono «accettare passivamente che migliaia di persone che sono state accolte e inserite in un percorso di integrazione, ora vengano abbandonate e lasciate per strada», letto come un riferimento agli effetti del decreto Salvini sulla sicurezza.

Insomma un Betori che ha voluto far sentire la voce della Chiesa a trecento sessanta gradi, a fedeli e non, credenti e non. Alla Loggia del Bigallo, dove è custodito l’affresco di inizio Trecento della Madonna della Misericordia con la più antica immagine di Firenze, l’arcivescovo nel breve omaggio alla Vergine Maria ha detto: «Ti preghiamo per la nostra città, perché riscopra una comprensione di sé, verso un disegno condiviso da tutti di convivenza serena e di crescita armonica. Di questo confluire di solidarietà, progettualità economica e lavoro, cultura e arte abbiamo oggi bisogno, per non ridurci a vetrina turistica, a coltivazione di nostalgie del passato, a imprese con poco respiro, anche perché tarpate nelle loro potenzialità da infrastrutture non adeguate, a una solidarietà che non coglie i bisogni estremi dei poveri e dei popoli».

Chiare anche le parole dell’omelia, in una cattedrale per la verità non troppo affollata. Sulla contraccezione ha detto: «L’esercizio responsabile della libertà è il frutto di un processo formativo che percorre l’intera esistenza della persona e che ha un passaggio decisivo nell’età giovanile. La formazione di una coscienza responsabile deve essere una cura primaria delle agenzie educative e dell’intera società». Sottolineando: «Desta pertanto stupore e preoccupazione constatare che questo venga a volte disatteso, come accade quando, di fronte alla drammatica diffusione di malattie infettive legate principalmente a un uso incontrollato della sessualità, si pensa di intervenire non con campagne educative che promuovano comportamenti sessuali coscienziosi, favorendo cioè la stabilità e la fedeltà delle relazioni, bensì affidandosi alla logica della protezione strumentale, resa di facile accesso perché gratuita (come ha recentemente deciso la Regione Toscana, ndr ) , che di fatto incentiva la promiscuità e i rapporti a rischio. Problematiche di questo genere vanno affrontate sotto il profilo di una scelta che, per essere davvero libera, deve essere informata e formata».

E su immigrati e accoglienza ha affermato: «Come discepoli di Gesù non possiamo accettare passivamente che migliaia di persone, comprese famiglie e donne con bambini, che sono state accolte e inserite in un percorso di integrazione, ora vengano abbandonate e lasciate per strada senza nessuna prospettiva di futuro. Non dovremo lasciare nessuno senza un tetto e senza un pasto, senza un sostegno e una prospettiva di futuro. Si tratta di uno sguardo che dovrebbe illuminare ogni coscienza umana, nella prospettiva della costruzione di una società più giusta, aperta e inclusiva, come peraltro delineata anche dai principi della nostra Carta costituzionale». Infine ha ricordato la beatificazione quali martiri in Algeria del vescovo di Orano Pierre Claverie e di 18 religiosi e religiose ha ricordato che «quel sangue si mescolò a quello di decine di migliaia di musulmani, tutti vittime del terrorismo islamista», invitando ad un «amore senza frontiere, come quello di Dio per l’umanità».

 

Fonte: Corriere Fiorentino, https://corrierefiorentino.corriere.it/