Michelotti in punta di spillo

Sull’intervento di Michelotti è utile riflettere su alcuni dati: il 50% delle osservazioni sono state giudicate accoglibili o parzialmente accoglibili; il 45% non accoglibile; il 6% non pertinenti. Somma101%.

Se in uno strumento urbanistico si accoglie il 50% delle osservazioni, significa sostanzialmente due cose:

  1. a. il piano adottato non era valido e si sta cercando di rimediare con le osservazioni;
  2. b. sono state fatte delle considerazioni a cui non è stato possibile rispondere negativamente.

Nell’intervento di Michelotti non è specificato quali siano gli obiettivi da perseguire è solo una lamentela perché “l’ultima parola” spetta alla Regione, come è sempre stato del resto.

Sembra quasi un mettere le mani avanti: “Noi l’osservazione l’abbiamo accolta ma la perfida Regione l’ha annullata”.

E’ buffa l’affermazione che “… nessun ente può conoscere il territorio e le sue esigenze meglio della Giunta e del consiglio …”, con tale impostazione iperautarchica potremmo anche dire che nessuna persona può conoscere il territorio e le sue esigenze meglio di un senese e allora l’assessore Michelotti e l’arch. Vezzosi come fanno?

Sul P.O.

Se si esclude la novità per Siena del potenziale rischio archeologico, non sembrano esserci salti qualitativi nella metodologia, anzi per moltissimi aspetti riprende quando già proposto con il RU (fra tutti il cd aspirapolvere).

Si può dire che in alcune previsioni si evidenzia la difficoltà alla comprensione; incomprensione che risale fin dal Piano Secchi come ad esempio, i tre insediamenti previsti in prossimità della Coroncina, già molto edificata.