Mediobanca, assist francese È Bnp Paribas a prestare il 4,3% di Generali a Nagel

di Sara Bennewitz
MILANO —È la prima banca francese l’intermediario che per conto di Mediobanca ha messo insieme un pacchetto pari al 4,3% dei diritti di voto di Generali, e che così facendo ha fatto salire la presa di Piazzetta Cuccia sul Leone dal 12,9 al 17,2%. Bnp Paribas, per conto di alcune importanti istituzioni finanziarie sue clienti (tra di loro si fa anche il nome di Axa), avrebbe organizzato quello che in gergo si chiama prestito titoli. Un prestito che servirà all’ad di Mediobanca Alberto Nagel ad avere munizioni nell’assemblea di aprile, quando voterà la lista del cda che il board del Leone sta stilando per rinnovare il management.
È abbastanza comune presso le grandi assicurazioni e i fondi istituzionali di lungo termine avere nelle gestione di portafoglio e tra gli investimenti di lungo termine azioni di società assicurative, e Generali rispetto alle sue rivali europee è quella che ha uno dei rendimenti maggiori rispetto al dividendo; pertanto è l’investimento azionario ideale per garantire polizze assicurative o grandi patrimoni nel lungo periodo. Interpellata su chi le abbia prestato i titoli di Generali, Mediobanca si è trincerata dietro un “no comment”. Il contratto che ha un valore di 5-10 milioni è infatti coperto da un accordo di riservatezza, e se anche Nagel conosce il nome della banca che ha fatto da tramite, non può sapere chi sono i clienti per cui questa si muove. Il prestito titoli tra l’altro solleva la banca francese e alcune istituzioni transalpine, dall’imbarazzo di andare a votare a favore (o ancor peggio contro) Philippe Donnet, manager che ha iniziato la sua carriera proprio in Axa e da anni alla guida di un rivale come Generali.
La stessa Generali non voterebbe contro i rinnovi dei vertici delle sue rivali e verosimilmente altrettanto faranno Axa, Allianz, Groupama, Amundi e altri investitori, che erano presenti anche alle all’ultime assemblee del Leone con quote frazionali.
Intanto ieri Leonardo Del Vecchio, primo azionista di Mediobanca con il 19%, e terzo del Leone dopo Piazzetta Cuccia e Francesco Gaetano Caltagirone (6,2%), è tornato a comprare Generali. Tra il 24 e il 27 settembre, ovvero i giorni in cui si svolgevano il comitato nomine e il cda del Leone per dare il via libera alla procedura per preparare la lista del board, la Delfin ha comprato altre 863 mila azioni (lo 0,055%) salendo al 5,188% di Generali. E così il patto di consultazione in vista del rinnovo dei vertici di Trieste, che lega Del Vecchio, Caltagirone e la Fondazione Crt (1,23%) è salito al 12,62%.
Gli acquisti su Trieste e il cambio della governance di Mediobanca chiesto martedì da Del Vecchio, ieri hanno fatto salire sia le Generali (+0,93% a 18,42 euro), sia i titoli di Piazzetta Cuccia (+2,73% a 10,34 euro). Il Leone, per effetto dello scontro con i soci, ha fatto in questi mesi un balzo del 20% tornando sui massimi che non vendeva dal 2010, e sopra i prezzi di carico di Mediobanca ( 18,25 euro per azione).
In Mediobanca, infine, dopo la disdetta dei Benetton (2,1%), il patto di consultazione “light” è all’8,6%. A breve non sono attese nuove defezioni, anche se Mediolanum (3,28% del capitale) considera la partecipazione come finanziaria, e quindi in teoria disponibile per la vendita. Potrebbe invece entrare nel patto la famiglia Monge (cibo per animali), che ha l’1% della banca.
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