Addio Bologna, bentornata provincia. Gli eventi principali dei candidati in corsa per la presidenza dell’Emilia-Romagna saranno lontani dal capoluogo: Forlì per il dem Stefano Bonaccini, Maranello per Lucia Borgonzoni.

Forse i partiti vogliono evitare il confronto con il Sardina Day di domenica prossima, pieno di artisti nazionali e internazionali che fanno tornare in mente il glorioso Mtv Day bolognese di fine anni 90: Bluvertigo, Afterhours, Vasco Brondi e il conduttore e regista Pif, ultima sorpresa annunciata. Sei ore di cultura e arte sul palco di piazza VIII Agosto, finanziate da una raccolta fondi online, con un intervento dei vari portavoce regionali delle sardine. La vera sorpresa di questa campagna elettorale d’altronde sono state loro: il movimento ittico spontaneo nato per protestare contro la propaganda razzista della Lega. Muti e stretti come pesci in scatola contro il bla-bla della politica.

Le sardine hanno costretto Matteo Salvini a cambiare abitudini e programmi: abituato a essere duramente contestato nei territori rossi, questa volta ha modificato la propria agenda per evitare di incontrare le piazze piene di pesciolini.

Il leader leghista ha annunciato che chiuderà la sua campagna a Bibbiano, il paese del reggiano noto per l’inchiesta sulla presunta mala gestio del sistema affidi. Sarà solo molto probabilmente, come in tutte le settimane passate, mentre l’unico incrocio con la sua candidata Borgonzoni è fissato per sabato 18 gennaio a Maranello: è l’evento su cui – ufficialmente – la Lega dice di puntare di più. “Ci vedremo nella città della Ferrari, dove c’è il rosso italiano che piace nel mondo. Propongo a tutti di venire vestiti di rosso” ha anticipato Salvini alla Gazzetta di Modena. Per ora non è in programma un altro evento a Bologna, come invece aveva annunciato lo stesso Salvini durante l’evento al PalaDozza in diretta tv e video: “Ci rivediamo prima della chiusura della campagna elettorale in piazza Maggiore a Bologna”. Ancora meno presenti gli altri del centrodestra, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. La leader di Fratelli d’Italia continuerà a dividersi tra Calabria ed Emilia-Romagna, e chiuderà probabilmente in quest’ultima. Di certo a destra ognuno va per sé: ad oggi non è prevista nemmeno una conferenza stampa dei tre leader insieme come fecero invece in Umbria.

Dal lato del centrosinistra Bonaccini sta per vincere la sfida personale di toccare 100 comuni prima del voto, ne ha già raggiunti 80. Nelle prossime due settimane farà un ultimo comizio in tutti i nove comuni capoluogo: quello conclusivo generale però sarà a Forlì, comune perso dal Pd alle ultime elezioni. “Qui siamo stati sconfitti e qui ripartiamo”. Anche i candidati delle liste che sostengono Bonaccini erano stati presentati in una città persa, Imola. Al fianco del dem c’era il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, “uno dei primi a interpretare un nuovo centrosinistra aperto alla società civile”. Più volte Bonaccini ha dichiarato come obiettivo di voler diventare “il sindaco dell’Emilia-Romagna”. Cinque anni fa l’attuale governatore aprì e chiuse la campagna insieme al leader di allora leader del Pd, Matteo Renzi. Tempi lontani: Nicola Zingaretti negli ultimi mesi si è visto poco anche se ha annunciato che sabato prossimo sarà in Romagna (da solo) e poi la sera raggiungerà Bonaccini a Ravenna. Il 23 invece il segretario dem – sempre da solo – sarà a Bologna. Una scelta fortemente voluta dal presidente della Regione, forse memore delle contestazioni che riservarono all’attuale leader di Italia Viva quando chiusero insieme al PalaDozza. O forse ben consapevole di avere un volto apprezzato sul territorio, magari a discapito del Pd stesso. Non a caso il logo della campagna è stato il volto stilizzato dello stesso governatore: occhiali a goccia e barba hipster.