Taccuino
Amodo suo, con il sorriso ironico con cui cerca di smontare le situazioni difficili, Paolo Gentiloni ha cercato di chiudere il caso Boschi. Offrendo solidarietà alla sottosegretaria investita da una nuova serie di polemiche e richieste di dimissioni dopo le rivelazioni del presidente della Consob Vegas, ma prendendo le distanze dall’idea, cara a Renzi, di usare in chiave di campagna elettorale, per reagire alle accuse delle opposizioni su Banca Etruria, la commissione d’inchiesta sulle banche. Da giovedì infatti questo percorso è stato clamorosamente deviato dall’intervento di Vegas, a cui ieri s’è aggiunto quello dell’ex-amministratore delegato di Veneto Banca Consoli, che ha parlato di un incontro a casa di papà Boschi per cercare di mettere insieme una strategia comune di salvataggio con i vertici di Banca Etruria a cui partecipò, sia pure in silenzio e per soli quindici minuti, anche la figlia Maria Elena. Nuove rivelazioni inoltre potrebbero venire dalla prossima audizione dell’ex-ad di Unicredit Ghizzoni, che potrebbe confermare o no le pressioni ricevute dall’allora ministra raccontate nel libro di Ferruccio de Bortoli. L’intervento del Governatore di Bankitalia Visco, che dovrebbe chiudere l’attività inquirente della commissione, potrebbe infine dare il colpo decisivo a una strategia che, nel disegno del segretario del Pd, prevedeva di caricare sulle spalle di via Nazionale la maggior parte delle responsabilità delle crisi bancarie, togliendo così il Pd dal mirino degli avversari politici e dei risparmiatori traditi dalle banche. Di qui la prudenza del presidente del consiglio, che da Bruxelles, oltre a dire che la Boschi ha chiarito e ha pieno diritto di candidarsi, ha aggiunto che si augura che la campagna elettorale non proceda solo a base di polemiche sulle banche, con il rischio di annoiare gli elettori non interessati. Sarà difficile, tuttavia, almeno fino a che continueranno le sedute della commissione a San Macuto, che il can can su Etruria si plachi. Ieri Di Maio e Di Battista, appellandosi proprio al presidente del consiglio, sono tornati a chiedere le dimissioni della Boschi, ed è evidente il tentativo del Movimento 5 stelle (e non solo) di fare di questo uno dei leit motiv della corsa preelettorale. Gentiloni ha approfittato dell’occasione anche per chiarire che non pensa affatto, come qualcuno aveva fatto circolare, di candidarsi con una lista a suo nome: anche questo è stato un modo di far capire che non ha alcuna intenzione di cedere ai tentativi di chi tenta di metterlo contro Renzi.
La Stampa – MARCELLO SORGI – 16/12/2017 pg. 7 ed. Nazionale.