Ma davvero serve il contingentamento?

 

di Pierluigi Piccini

 

Dovremo attendere le delibere di merito ma così, a caldo,  le dichiarazioni dell’assessore Tirelli sul contingentamento delle licenze, provocano un un paio di considerazioni. Con il blocco totale delle licenze presumibilmente legate solo alla somministrazione ed al commercio alimentare, non si risolleverà né la crisi del settore, né tantomeno l’economia cittadina, e non si favorirà di certo la nascita di nuovi posti di lavoro. Il Comune avvantaggerà solo coloro che sono già in possesso di queste licenze nelle zone attualmente, libere: vale a dire la zona 2 (nord e sud del centro storico) e la zona 3 (extramoenia).
Nelle città d’arte come Siena, in mancanza di un reale politica di valorizzazione dell’artigianato e del commercio di prodotti artigianali del luogo, questi provvedimenti servono a poco. Via Stalloreggi  forse è l’unico esempio cittadino, pur senza programmazione, di un consolidamento della presenza artigianale, oltretutto proprio dove c’era la bottega di Duccio. La crisi ha indotto giovani e disoccupati ad aprire nelle zone 2 e 3 (la 1 era già contingentata) attività di somministrazione (bar, osterie, vinerie, ristoranti etc. etc) reputandole le uniche con qualche possibilità di ricavi. Occorre anche dare merito alla liberalizzazione delle licenze, nelle zone sopra descritte, che hanno permesso la rivalutazione di strade come Pantaneto e Camollia, che stavano subendo un lento processo di marginalizzazione.
Con il blocco delle licenze nelle zone 2 e 3 sarà dunque impossibile ricreare questo virtuoso esempio in altre parti della città, in quanto tutto il territorio verrà contingentato e diventerà impossibile, per giovani e disoccupati, intraprendere un’attività del genere senza dover sborsare cifre considerevoli per acquisirne una già esistente. Sempre ammesso, e non concesso che siano quest’ultimi i portatori di risorse economiche, e non soggetti che devono impiegare denari. Un altro problema che si creerà sarà quello dei fondi che resteranno inevitabilmente sfitti. Siamo sicuri che fuori dalla logica di mercato il contingentamento migliori la qualità dei servizi e degli operatori? La politica dell’interdizione – ovvero il massimo nella costruzione e consolidamento delle rendite di posizione – comporterà un altro duro colpo a tutta l’economia cittadina, sempre meno dinamica, e al relativo potenziamento dei posti di lavoro. Così facendo Siena si accartoccia su se stessa. Se l’obiettivo è il miglioramento della qualità, così come dice l’assessore, questa si può ottenere anche in altri modi, usando appieno gli strumenti di programmazione che l’amministrazione ha a disposizione. Comunque aspettiamo di discuterne nelle sedi adatte con i documenti alla mano.