Le locazioni turistiche figlie di un dio minore

di Pierluigi Piccini

 

C’è qualcosa che sfugge nell’ordinanza emessa dal Sindaco di Siena in data 4 giugno 2020, che riguarda la sanificazione delle locazioni turistiche: perché si chiede uno stop di 24 ore all’uso della stanza tra un cliente e l’altro, solo alle locazioni private? Il Comune prende atto di un “buco” nella normativa regionale che riguarda la ricettività tradizionale, a partire dagli alberghi, tralasciando le strutture di privati con Iva o senza. Verrebbe da dire: bene, l’ordinanza non tralascia nessuno. E invece no: l’aggiunta serve solo a danneggiare le locazioni. Si introducono dei paletti a una parte del settore turistico, penalizzando platealmente e senza un motivo un’offerta alternativa a quella degli hotel, anche nella tipologia dei pubblici. Ma tutti gli ospiti, al di là della formula di accoglienza, non servono a occupare qualche sedia dei tavolini che Siena offre ai suoi ospiti? Se si intende arginare il fenomeno di Airbnb, che svuota le città dai residenti, permettendo ai gestori una sorta di concorrenza sleale per costi e tassazioni inferiori, altre strade potrebbero essere più efficaci. Ad esempio, una adeguata normativa urbanistica che limiti le funzioni degli edifici nei centri storici, che a Siena non risulta adottata, neppure nel recente Piano operativa. Oppure, si potrebbe tentare un lavoro sulla fiscalità: è difficile sopportare che tutti i soggetti sopra elencati, dagli albergatori ai proprietari delle locazioni private, paghino regolarmente le loro tasse in Italia, mentre Airbnb e Booking hanno la loro sede di imposta fuori dal territorio nazionale. Tema difficile e di competenza più generale, ma da qualche parte bisognerà affrontarlo, e una sede potrebbe essere il Consiglio comunale. Applicare due pesi e due misure è un modo di gestione amministrativa che avvantaggia qualcuno a scapito di altri.

 

Assoturismo-CST, estate nera nonostante la riapertura

 

ordinanza n. 130 locazioni turistiche (1)