Luci a Palazzo Strozzi l’arte di condividere

di Gaia Rau
Una frase letta sulla maglietta di un manifestante di strada nella New York anni Settanta che, tradotta, suona come ” Ci eleviamo sollevando gli altri”. E poi citazioni di Zygmunt Bauman, Jacques Rancière e Judith Butler, e il motto mindfulness « Breathe, you are enough » (” Sei abbastanza, respira”) che già aveva accompagnato l’ultima, memorabile sfilata di Dior l’estate scorsa a Lecce. È un piccolo compendio letterario e filosofico, fatto di frasi capaci di suscitare riflessione e conforto, ma soprattutto di attivare connessioni in un momento di solitudine e isolamento, quello che illuminerà il cortile di Palazzo Strozzi fino al 7 febbraio grazie all’installazione site specific di Marinella Senatore “We rise by lifting others”. Un «monumento effimero» – lo definisce l’artista stessa – costituito da centinaia di luci led e ispirato alle tradizionali luminarie religiose dell’Italia meridionale, ma concepito per evocare, più che un riferimento al sacro, un’idea di condivisione: una ritualità collettiva che mai come adesso, al termine di un anno segnato dalla pandemia, sta facendo sentire la propria mancanza.
Il tema della partecipazione è da sempre, del resto, centrale nella pratica di Senatore, artista italiana fra le più note a livello internazionale, fondatrice nel 2013 della School of Narrative Dance – un progetto didattico itinerante e gratuito basato su un’idea di educazione comunitaria e antigerarchica – e da anni, ben prima del regime di distanziamento sociale imposto dal Covid, attiva su progetti digitali di inclusione. Ecco perché ad accompagnare l’opera, che sarà accessibile gratuitamente tutti i giorni, dalle 9 alle 20, nel cortile dell’edificio rinascimentale, è stato messo a punto un ricco programma di eventi online: una serie di workshop, a cura dell’artista stessa, rivolti a categorie particolari come studenti, artisti, educatori, frequentatori di rsa e detenuti, sul tema del rapporto fra individuo e corpo, ma anche, per il grande pubblico, un calendario di incontri in streaming con personalità del mondo dell’arte, della cultura e della creatività come la curatrice spagnola Chus Martínez, il collettivo russo Possy Riot, la direttrice artistica delle collezioni donna Dior Maria Grazia Chiuri, l’economista Pier Luigi Sacco.
«Credo che gli artisti, proprio per il ruolo sociale che hanno – ha spiegato Senatore – debbano porsi il problema di come cambia il momento sociale in cui vivono. Cambiano le modalità e cambiano i tempi: oggi ci è dato di lavorare così e va benissimo, non smettiamo di essere comunità. Anzi, la negazione di pratiche che sono state date quasi per scontate in altri momenti storici ha evidenziato ancor più certi bisogni». Quanto all’installazione di Palazzo Strozzi, chiarisce: « È un’opera che si rifà alla tradizione delle luminarie del sud Italia, ma custodisce in sé una serie di memorie mixate in cui le decorazioni di tipo fiorentino o quelle del barocco pugliese si fondono con una memoria collettiva che ci appartiene ».
Parla di un’operazione che « unisce dimensione fisica e digitale per sollecitare un rapporto attivo con il pubblico» Arturo Galansino, direttore della fondazione Palazzo Strozzi, che ha promosso il progetto, dedicato alla consigliera da poco scomparsa Donatella Carmi, col sostegno di Comune, Regione, Camera di Commercio, Fondazione CR Firenze e Comitato dei partner. «Ospitare un’artista come Marinella Senatore, celebre per le sue pratiche partecipative – prosegue – diviene un’occasione per riappropriarsi di un rinnovato senso di unione, vicinanza e incontro in un momento in cui questi concetti sono messi in crisi, adeguandosi all’oggi ma con lo sguardo rivolto al futuro».
Firenze – la Repubblicafirenze.repubblica.it