Lucca, attacco al vescovo la Lega contro Giulietti per il decreto sicurezza

Il religioso partecipa alla campagna di Libera e contesta il provvedimento La consigliera Montemagni: “ Pensi a riempire le chiese”. Il Pd lo difende
di Ernesto Ferrara Ha “ osato” scendere in piazza contro il decreto sicurezza bis. Addirittura si è fatto fare una foto con il cartello “ la disumanità non può diventare legge”, la campagna di Libera contro la legge passata ieri in Senato. Davvero troppo per la Lega toscana, davvero troppo anzi e forse soprattutto perchè l’autore del gesto è l’arcivescovo di Lucca, Paolo Giulietti. Lo scatto è finito ieri sulle pagine del Tirreno e apriti cielo. Su Facebook si è scatenata la consigliera regionale del Carroccio Elisa Montemagni: « Credo di aver finito le parole per esprimere il mio rammarico e disappunto verso questa Chiesa che pensa più a far politica che alle anime dei fedeli. Chiese vuote e piazze ( con Matteo Salvini) piene, vi dice nulla? » . Sulla sua pagina piovono commenti e insulti di ogni tipo al vescovo, cose del tipo « pensa alle anime e non alla politica » oppure « vescovi affaristi». E a 10 giorni dall’arrivo di Matteo Salvini, atteso il prossimo 18 agosto a Massa per la festa regionale della Lega e poi alla Versiliana, un inedito fronte tra il Carroccio, che fin qui ha pescato molto nei moderati, e il mondo cattolico toscano è ora aperto.
Converrà alla Lega schierarsi in maniera così radicale contro un vescovo che osa dissentire? «E’ arrivato da poco, ma subito Giulietti si toglie l’abito talare ed indossa quello di un politico qualsiasi. Esprimo forte disappunto verso questa Chiesa, fortunatamente solo una parte di essa, che pensa quotidianamente a fare bassa politica e non alla cura delle anime dei fedeli che, tra l’altro, a Lucca paiono un pò scarseggiare» insiste Montemagni. Scende in campo a difesa del vescovo il consigliere regionale del Pd Stefano Baccelli, postando su Facebook un’immagine della piazza piena durante la dichiarazione di guerra di Mussolini, solo che sbaglia la data, « 10 giugno del 1944» invece era il 1940. Gaffe imperdonabile in effetti secondo la coordinatrice regionale della Lega Susanna Ceccardi: « Caro consigliere del Pd, paragonare le piazze di Salvini con quelle di Mussolini è una bestialità. Però almeno verifichi le date storiche » . Con il vescovo, che preferisce non aggiungere altro, si schiera anche il capogruppo al Senato del Pd Andrea Marcucci: «Io sto con Giulietti e con la libertà di espressione». Anche Eugenio Giani è con lui. Ma la Lega non si ferma: «Invito il responsabile della diocesi lucchese a leggere i 18 articoli del decreto » insiste Montemagni. Il tutto mentre a Pistoia il senatore leghista Manuel Vescovi attacca Don Massimo Biancalani, il prete movimentista e pro immigrati di Vicofaro che promette di andare a fare un « esorcismo » alla festa leghista a Massa: « Che si candidi » invoca Vescovi. Intervengono in difesa del vescovo anche il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini e quello di Viareggio Giorgio Del Ghingaro: «L’aggressione manifesta tutta la violenza che certi soggetti hanno in serbo contro la libertà d’espressione e il disprezzo profondo contro un sacerdote che esercita il suo ministero secondo la sua coscienza e secondo i principi del Vangelo. Sconcio è semmai che il ministro dell’Interno utilizzi la Madonna per la sua propaganda politica » . È una polemica dirompente a pochi giorni dall’arrivo del “ Capitano” alla festa leghista che in tutto il centrodestra toscano è guardata con attenzione: sarà l’occasione dell’incoronazione di Ceccardi a candidata governatrice? Non è detto che Salvini non abbia altre idee per la testa. Certo Fratelli d’Italia non guarda con entusiasmo all’idea mentre Forza Italia è alle prese con l’effetto Toti: il deputato pratese Silli e l’assessora Tanti di Arezzo mollano Berlusconi per lui. Pensata sul modello delle feste dell’Unità la kermesse leghista dura tre giorni (16-18 agosto) e accoglie ministri, deputati, senatori e prof universitari accanto agli stand (privati) del food. Su Facebook campagna martellante della Lega per pubblicizzarla dicendo «chi non ci sarà»: Oliviero Toscani, Fabio Fazio, Enrico Rossi.
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